About dascola
Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu piccino privato come di stringhe e cravatta dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo e forse un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi a Bell’agio proprio tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, per dirla alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.
E sì, meglio non augurarsi niente, il dì è ora e qui, del resto non si sa proprio nulla. Come i Grimm.
Peccato che anche l’amore per i figli riesca a distruggere tutto!
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Tutto, eh via, un po’, di tutto un po’, un po’ di tutto. RIda.
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Ma certo che rido, a volte anche di gusto…sono nata per ridere, sicula sono!
Dovrei piangere di certe cose se il bosco va in fiamme e ancora brucia ma mi scopro carogna, e rido!
A presto,
tm
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