Lettera aperta al Post

24 aprile 2025

Francesco Costa, Direttore e redazione 

e p.c. Luca Sofri

e p.c Michele Serra

Francesco carissimo, 

bon, non dubito che tu abbia altro cui pensare però, leggo oggi l’articolo della Fasani su scuola e Resistenza – vedi come sono antico ancora la maiuscola – e dovendomi trovare una cosa inutile da fare ti scrivo il mio sconforto. 

Preciso che sono cresciuto a pane partigiano integrale, figlio di un resistente della primissima ora, ateo, mio padre che fu espulso da tutte le scuole del regno a tredici anni dopo avere subito un pestaggio. Sicché figurati ogni 25 aprile, nonostante il papà non amasse la labarologìa resistenziale, soprattuto dei partigiani del 30 aprile, lui poi che la sua medaglia d’argento al valore aveva rifiutato figurati, bè o si andava da amici a ricordare e quello che era stato a Mauthausen, e quell’altro che aveva combattuto in Francia nei Maquis o gli amici venivano da noi ed era occasione più che altro per far lavorare le mamme in cucina, sfumazzando e ciarlando esse mentre gli uomini apparecchiavano e stappavano bottiglie, sfumazzando e ciarlando essi. Un po’ di parità c’era. Vabbuò. 

Allora avanzo una minima proposta : che il 25 aprile venga depennato dal calendario ; che si passi dal 24 al 26 oppure che si sospenda tout court la celebrazione. Ti dico, se a ottant’anni di distanza siamo ancora qui a domandarci come raccontare a scuola la data e i fatti che la data celebrano e che a quella data portarono, vuol dire una sola cosa : che il 25 aprile non esiste nel dna degli italiani e, in generale, che non si conosce la storia del proprio paese e dubito del mondo intero : tutti americani. Tu dirai, bella scoperta. 

No, non è una bella scoperta, siccome sono un dinosauro ricordo i venticinquaprili di me bambino quando i preti di ogni origine e grado facevano coincidere la ricorrenza con le prime comunioni e allora, sì, accanto agli operai al comizio da vederle le torme di mamme con borsetta d’ordinanza e bambini impomatati e bimbe come caricature di spose in direzione parrocchia. Per quei bambini che oggi hanno più o meno qualche nipote il 25 aprile è la data della loro prima comunione. Bella lì. Sobrietà.

Non sto qui a menare il torrone di come in Italia si studi la storia. Non lo so. Ma immagino che sia come ai miei tempi. Caporetto e 4 novembre. Gli eventi del dopo da succhiare ancora surgelati in una pratica confezione da asporto con dentro tutto, un po’ di Auschwitz, un po’ di seconda guerra, un po’ di sbarco in Normandia, un po’ ma poco di Mussolino, il brigante, sulle cui disgrazie costruì le sue fortune larga parte della borghesia imprenditoriale italica, cioè lombarda, del prima e del dopoguerra, sai la brianzoleria con il breitschwanz stile Capitale umano che sono così oggi come allora, e della DC e dei reduci della RSI fino alla Marescialla qui di oggidì. A tutti questi, il 25 aprile figurati : se c’è neve vado su a Curma(yeur). Su tutto ciò grava appunto l’ombra di Togliatti che quelli della RSI sdoganò con un pardon, che non volle i processi e la sfascistizzazione.

Quindi  sai che faccio, stamattina che mi sono svegliato, mi metto la spilla coi colori dell’Europa che non c’è e vado a far colazione in un bar qui dove so che il proprietario si è indignato per i cinque gg di aveverum in concomitanza col, aspetta che non ricordo bene, sarà l’età, ah sì il 25 aprile. Ora ricordo, adunque buon 25 apriles Post. E a capo.

Affettuosi saluti a te e a tutta la redazione. 

P.E.G.D’Ascola pad8@icloud.com

Mi pare più utile che doveroso segnalare a chi passasse di qui a leggere che, ne Il Post è pubblicato un podcast magnifico, Una mattina, 5 puntate scritte e condotte da Luca Misculìn e interpretate da un bel numero di redattori del Post. A tutti e a Luca un bravi bravissimi. 

https://www.ilpost.it/podcasts/una-mattina/1-i-giorni-in-cui-inizio-tutto/

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About dascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
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1 Response to Lettera aperta al Post

  1. azsumusic's avatar azsumusic says:

    Quel proprietario si meriterebbe proprio una bella lezione: visita NAS che commuti i 5 giorni di riflessione in 30 di digiuno, a saracinesche abbassate. Tanto una qualche irregolarità la si trova sempre: insetti, date di scadenza mancanti, impianti fatiscenti, bagni contaminati…vogliamo continuare?

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