L’auditorium della fondazione Prada (sempre sia lodata e grazie) non era pieno, ieri pomeriggio, e proprio per questo si capiva che la biglietteria stava sbigliettando l’invenduto a tutta randa ; alle sedici, all’ora d’inizio della prova-lezione, con cantanti, orchestra e giovani direttori del Don Giovanni in programma, il M° Muti ancora era trattenuto in quinta. Giovanotti e giovanotte in total black a smistare i ritardatari, molto Prada, molto ben fatto, molto impeccabile. Cinque minuti dopo l’ora, Muti arriva, applausi. Lui zittisce : no no non applaudite perché non me lo merito… se mai dopo questi ragazzi…. e poi io di applausi… e di fischi…perché ho preso anche quelli.. ne ho avuti abbastanza. Chiama sul podio il primo degli allievi e comincia. In ogni modo, Muti. Sono stato felice ieri soprattutto nel vedere felice mia moglie, D. che si dice ignorante di musica e lo è, se vogliamo, rispetto a me che un pochino in cinquanta e passa anni di mestiere ne ho appreso ; Muti è l’unico grande con cui non ho lavorato, ovvero da cui ho potuto imparare, ieri ho recuperato a distanza ; ma, D. , radiosa, ridente, inquieta all’ ascolto, all’osservare questo grande maestro – maestro nel caso di Muti è un termine che ha senso perché è proprio un didatta di prim’ordine, sentirlo all’opera con gli allievi – lei, D., è un’artista e solo gli artisti si riconoscono e intendono tra loro. Lo diceva sempre con ragione sacrosanta un amico dei miei, il pittore Vella. Il pubblico è spesso un guardone che fa il tifo per le evoluzioni dei due amanti appartati in macchina, poi minestrina. Un evento magnifico, Muti, che squaderna davanti a tutti la musica, come si fa, come appare, come è, come si presenta, come e cosa rivela, sf(orzando) e subito p(iano), e si bemolli e corni, i corni annunciano – dice, riferendosi in tutta evidenza all’antico mestiere degli ottoni di annunciare l’arrivo del Re. Poi sai, Don Giovanni-Mozart e hai detto tutto. Avevo visto lezioni di Bernstein, eccellente per carità ma un po’ fighetto, tutto molto imbalsamato dall’ambiente americano. Che vive sì in blue jeans ma, ma ma, mma qui con Muti c’è il Sud, il meglio del nostro misero paese, non l’upper east side di NY. Qui, ci sono, come Muti viene a dire, le gallette buttate dai soldati americani per strada e raccattate da lui bambino per sfamarsi ; oggi voi figli del burger – dice all’orchestra – del vostro cicciecoccò alimentare… così suonate… un cicciecoccò così… e qui fa una variante colta del pernacchio a imitare il lasco e mosco dei violini. Non addentate… non avete fame… appetito sì un po’ , sembra che voglia fargli capire, che non vuole dire essere aggressivi, precisa a una giovane talentata quanto grintosa irlandese, ma riconoscere il dramma, anche la tragedia, il gesto teatrale della musica che scava la tomba a Don Giovanni... sapere che cosa c’è dentro quello che si suona, dentro, di me ho pianto : di nostalgia. E struggimento.