Chi mi legge sempre e che lascia direi con determinazione like sistematici a quanto pubblico, sappia che gli sono grato. Lo dicho, Missili in giardino, fu il titolo di un film abbastanza noto di Leo Mc Carey, una commedia da guerra fredda, del 1958, con Paul Newman e Joan Collins &…(↑). Lì, nel film la questione era che l’esercito voleva installare una base di lancio missili in una cittadina americana, Putnam, molto contraria a ‘stu fatto. C’è la solita divisione di parti tra buoni e cattivi e alla fine i buoni liquidano lo scemo comandante la base, sparandolo via con uno dei suoi missili. Missili in giardino è anche la parabola biblica che si sròtola in queste ore. Pare che Iran e Israele ne abbiano, magari non da vendere, ma tanti. Quieto. Non sta per scendere una pioggerellina pacifista. Al contrario. Pubblico queste righe per proporre una tesi per provare la quale non ho elementi se non l’osservazione e l’ascolto. Ma mi piacerebbe che qualcuno che legga dicesse la sua. Così tanto per fare. Allora la tesi è questa.
Il governo di Israele, ometto gli aggettivi qualificativi perché è inutile, questo governo di Israele è, sotto gli occhi di tutti, un governo che è stato messo lì e non per caso, ma perché occorreva un governo che facesse il lavoro sporco nel modo più sporco e pauroso, terrificante possibile. Il tutto in salsa talmudica. Il 7 ottobre per Israele mi pare sia stata ( congiuntivo) l’occasione, ben confezionata e che altrimenti gli mancava, per liquidare, direi per sempre la questione palestinese. Sicché, mi domando se e rispondo che il 7 ottobre è stata una grande concertazione d’ingegni a tavola, tra datteri, banane e tazze di tè, proprio tra Israele e i confinanti. Consapevoli che nulla avrebbe messo in sicurezza il quadrante mediorientale e i suoi molteplici orizzonti di profitto, che nulla avrebbe mai fermato né Hamas né Hezbollah, se non una : soluzione finale. Poiché anche quelle entità si fondano sulla guerra. In Israele avendone memoria storica, il concetto di Endlösung der Judenfrage (→) è chiaro, è evidente e, sulla pelle degli antenati, è loro chiara la prassi esecutiva. E mai termine, esecutivo, sarebbe più adatto. Mi pare che la soluzione sia stata concepita e attuata con pazienza e metodo, ma non da adesso, da almeno una decina di anni. Forse da più tempo. La banda, pardon me, di B. Netanyahu, detto Bibi è stata messa lì, voluta, eletta e da anni con questo compito : mettere fine a una quaestio vexata ben oltre la possibilità di un suo scioglimento dialettico. Il compito lo sta eseguendo bene. Nel quadro dei fatti in corso, mi pare evidente che limitarsi adesso a sistemare la partita solo sul mediterraneo con la terminazione dei palestinesi ( è chiaro che occorre ammazzarne ancora un bel po’, magari tutti con un po’ di pazienza, per piegarli del tutto), l’annessione definitiva di tutta la Cisgiordania e di Gaza ovviamente ( con l’enorme opportunità immobiliaristica che a Trump è subito saltata all’occhio) e la messa in riga del Libano, ma non ne escluderei l’annessione, mi pare che limitarsi è impossibile e inopportuno. E ovvio che occorre far fuori, rendere quantomeno innocuo l’Iran. Non credo pertanto, non credo che, al punto in cui sono arrivati, in Israele pensino di fermare questa scaramuccia. Né che sarebbe furbo farlo. Mi pare ovvio, non sono un militare, ma mi pare che lo scopo delle guerre, quando sono ben condotte, è quello di annichilire l’avversario. Del resto è anche quello che insegna la Bibbia. In conclusione mi pare con ciò che, mettici magari l’annessione del Libano, Israele si sta rifacendo il make up come grande potenza imperialista del quadrante, grande proprio anche in estensione, e con la benedizione dei petrolieri mandanti, credo, di tutto questo ridisegnare la carta geografica. Con la Siria silente e western oriented, magari con moderazione. Con l’Iran silenziato.( si noti che Israele ha infiltrato con grande abilità la Repubblica). L’Iraq come espressione geografica. La Turchia? La Turchia fa affari, droni e serie Netflix. Ribadisco che tutto questo lo dico come ipotesi, senza sostegno probatorio ma suggestionato dai fatti. Scusami se ti ho seccato con ‘ste cose e mi scuso anche per aver osato tanto con chi, casomai capitasse da queste parti, per cognizione di causa e sapienza politica potrebbe trovare tutto quanto detto, una sciocca sciocchezza. Amen e arrivederci ma ma ma ma…
a corollario e in coda a tutto ciò, dopo averla ascoltata, suggerisco di Vera Gheno, ne Il Post, la puntata odierna del podcast Amare Parole,
https://gift.ilpost.it/free-gift-1750599761-01d8e7be5adc4e2eb2237d4611aff271


Prima la lancia, poi la fionda, ecco la spada, arriva il fucile, c’è la catapulta e ancora il cannone. Fino al missile. Qualunque cosa ci aspetta avrà all’incirca quella forma. La familiarità è quanto più fa sentire a proprio agio l’essere umano.
LikeLike
Eh sai, la famiglia è la famiglia
LikeLike