I tipi come me dovrebbero farsi il piacere di suicidarsi; valendo poco da vivi e senza ragionevoli prospettivie di valere qualcosa da morti; nemmeno come morti; seccante, vero?
Non so chi l’abbia e soprattutto se qualcuno l’abbia detto o scritto; di chiunque sia il pensiero lo avallo, better, lo avello.
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About dascola
P. E. G. D’Ascola
Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
Perchè dare questo piacere a chichessia, fosse pure un caro amico? Il suicidio è atto squisitamente personale e riservato, privo di caratteristiche transitive diverse dal sic transit. Chi di suicidio gode, goda del proprio. Liberamente. Saludos da Paolo Prato.
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Sul tuo “valer poco” avrei qualcosa (anzi: molllto) da ridire… quanto poi ai tipi che dovrebbero suicidarsi (o quanto meno togliersi di torno), ne ho sottomano un lungo elenco, ma per te lì proprio non c’è posto. Datte ‘na mossa e pija immano sta penna Pascquà!
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Caro Pasquale, se mancassi anche tu, in Conservatorio, chi ci distinguerebbe più da una specie di sogno da troppa peperonata? M.
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