Ricevo e mi pare interessante pubblicare qui, come pezzo autonomo integrale, due dei commenti che mi sono arrivati da Taschera circa i due ultimi miei post. Mi sembrano interessanti le associazioni, le implicazioni e le derive musicali, indizio di una mente che io conosco ma che mi sembra opportuno far conoscere (fuori dalla scatola dei commenti che non so quanti abbiano voglia di leggere o si accorgano di poterlo fare) per come sa associare, correre lungo il filo di Arianna delle incognite dentro un labirinto formale, per poi uscirne. A riveder le stelle.
Dici magnificamente dell’essenza della lingua tedesca. Però i meccanismi ad orologeria possono essere forieri di rischi. Il primo e il più ovvio è la possibilità che si inceppi: il famoso sassolino che distrugge la macchina. L’altro è la tendenza a saturare il pensiero che esprime e a non lasciare spiragli verso prospettive inaspettate. Quando incontrai il sempre (da me) più che mai compianto Ferrara, rimasi sbalordito del fatto che per lui il massimo della soddisfazione interpretativa lo trovava nelle Ouvertures delle opere verdiate. Agli allievi preferiti dava sempre da dirigere, nel concerto di chiusura della stagione accademica della Chigiana, un’Ouverture di Verdi. Mano mano che ho approfondito la sua conoscenza e ho capito il suo modo di intendere la musica e la sua interpretazione ho capito il perché della sua predilezione. La musica italiana in generale sta alla musica tedesca come la commedia dell’arte alla tragedia shakespeariana o alla grande tradizione tragica francese o tedesca: l’interprete ha uno spazio ri-creativo molto maggiore nei confronti della tradizione musicale italiana piuttosto che in quella tedesca. L’eventuale sassolino nel suo labile meccanismo può essere accolto come una variabile che apre a delle prospettive non immaginate. E d’altronde se le premesse del meccanismo ad orologeria non sono fondate (socialmente parlando) su principi o valori etico-politici arrivare ai campi di sterminio è facile. Comunque quanto dici di Vienna risveglia nostalgie reali (i miei soggiorni di studio) e immaginarie: la perdita della cultura mitteleuropea che aveva il suo centro in Wien….
… Alcune considerazioni sul comportamento della signora al supermercato. Innanzitutto bisognerebbe sostituire il termine villania con quello di urbanità. Non mi è mai capitato di notare comportamenti villani in un “villano” mentre il cittadino in fatto di comportamenti scorretti non fa che scialare. Mi diverto sempre, quando mi capita di cedere il passo a qualcuno, a ringraziarlo della sua scortesia, visto che non vengo ringraziato, ma quello – o quella – ovviamente non capiscono. Poi c’è da dire che, per non venire meno al principio delle pari opportunità e al rispetto delle quote rosa, quello che veniva chiamato il gentil sesso sempre più replica i peggiori comportamenti di quello che veniva chiamato sesso forte. Per quanto riguarda la gentilezza viennese, non a caso Swarovski (da non confondere con il marchio dei gioiellini) considerava il buon papà Haydn come il massimo rappresentante della scuola musicale di Vienna: merito della sua levità, arguzia, letizia, piacere delle perfette proporzioni della forma, serena contemplazione della bellezza del creato. Però poi il nazismo è germinato in ambito austriaco… Leonardo Taschera

Beh, mi par giusto ringraziare chi è autor dello sgarbo. Al bisogno, lo si potrebbe portare in tribunale per farlo pagare.
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Non c’entra niente con il commento di Leonardo, ma vorrei segnalarti quanto talora mi capita sui mezzi pubblici. Come ben sai ormai sono un “diversamente giovine” e sebbene sono uso a non frequentare i mezzi di trasporto pubblici, talora mi capita hai me, e talora trovo anche giovini che mi cedano il posto a sedere.
Altri episodi: in autovettura su strette strade di montagna, quando incroci un’altra autovettura e fai manovre spericolate per cedere la strada capita che nessuno ringrazi. E in tali casi ringrazio io…..
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