…e su questa Stone sfonderai ( è scritto)

In un tempo trapassato e remoto a Milano, piazza Cavour, si pubblicava un fogliaccio voluto da un industriale, il Pesenti, e da un prete metropolitano, Don Pisoni : La Notte. Perché giornalaccio è presto detto : lo dirigeva Nino Nutrizio che oggi  sarebbe minimo ministro della cultura in quanto caro alla signora Meloni ; Nutrizio era inteso fascista, in casa mia, e il suo giornale era scarso in notizie ma sovrabbondante in titoli grassettatti corpo 72. Ne ricordo uno da schiantarsi dalle risa : bimbo ritrovato in una valigia dopo un anno. Inutile dire che mi venne in mente, cambiategliela gli starà stretta . Allora  la Notte era letto e straletto dall’italiano di sempre, non ti dico quale ché già lo sai. La Notte usciva di sera, non ricordo l’ora, ed era però comprata anche in casa mia e per una ragione sempliccissima. In ultima pagina pubblicava la lista completa e senza pubblicità di tutta la programmaziane nelle innumerevoli sale cinema in città, divise per le categorie di allora, prima, seconda e terza visione. In prima i film stavano un po’ di tempo e la prima costava parecchio, le sale erano sontuose, prendi l’Odeon, tutto un sogno art nouveau. Aspettiamo che passi in seconda, dicevano i miei delle pellicole che  interessavano loro ; di altre si aspettava l’arrivo in terza così da risparmiare un bel po’. C’erano inoltre film che andavano subito nelle due altre categorie : i film popolari che a mia madre non garbavano, quei di Totò per esempio. Tutto questo the way we were, per dire che in quella pagina di cinema e nell’altra più succinta delle sale teatrali – che non erano poche, anzi – la redazione composta a dire di chiunque da geni del riassunto stringeva o stroncava la pellicola in oggetto con due righe che invariabilmente davano un’idea di trama e valore propriamente cinematografico del film. Non ne ricordo una ma che so, di 8 e 1/2 avrebbe potuto scrivere : Assilli, capricci e bisticci di un regista al quasi nono film. Sogna e si arrovella nel girar la manovella. Ma Fellini convince ancora. Da vedere. Seguivano gli asterischi o stellette che costituivano sommariamnete il voto al film.

Ora ieri sera sono andato a vedere Povere cose, titolo che traduco dall’inglese poor things, e non si capisce il perché dal momento che more solito il film è doppiato ; e in questo caso abbastanza bene da non doversi gridare vendetta al cospetto degli dèi. Sono andato a vederlo, non ci ho dermito e mi sono seccato non so se più per il film o per un trio di scellerate che alcune file dietro la mia, hanno fatto baraonda come i peggiori teppisti delle terze visioni dei miei anni dorati, gli anni di Bergmann e Fellini e Visconti, che alle proiezioni sbagliate per le loro menti primitive, reagivano appunto col chiasso, le risate fuori luogo e altre amenità da bar del Giambellino. Ma senza Cerutti Gino. Alle scellerate alle fine ne ho dette un po’ più di quattro ma col senno di poi concludo nello stile de La Notte : E Frankestein creò la donna ma gli sfugge di mano e patatrac. Confusione e  compiacimento nel dire e fare il risaputo in una baraonda di colori, scenografia, costumi e sesso ai limiti del ridicolo. La Stone e  Defoe volonterosi volontari per destinazione ignota, soccombono da eroi ma povere cose in mano a un regista seriale. 

Ah dimenticavo, La Notte inventò anche la sigla n.m.r. ovvero non meritevolo (di)recensione. Se ti pare puoi  applicarla a Poor things . Bacio le mani.

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About dascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
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2 Responses to …e su questa Stone sfonderai ( è scritto)

  1. Elena's avatar Elena says:

    E’ vero, la Notte, me lo ero completamente dimenticata… Cin la mia compagnia, al sabato, si leggevano i film e poi si buttava nel cestino per strada. Poi mi spiegherai questa cosa di Don Pisoni.

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    • dascola's avatar dascola says:

      Qui di seguito un articolo di Unimi che fa un po’di luce su la Notte, la sua fondazione e il ruolo, ma molto metropolitano, cioè sotterraneo di don Ernesto Pisoni, peraltro figura preclara, risulta, del Don Gnocchi e di qualche movimento, durante la guerra, per ricovero e salvataggio di ebrei a Milano. https://collezioni.unimi.it/lanotte/storia-del-quotidiano/. Altro non so né ho trovato nulla se non che il Pisoni, già in testa a L’Italia e a Terra fu appunto scelto per avviare l’impresa de la Notte a squisito titolo politico : avere un giornale anticomunista e nell’ambito di una strategia generale di ostacolo al potere del PCI. Allora lo scopo era evidente. Che il denaro arrivasse solo dal Pesenti, nome che ricorreva per esempio in casa di un mio amico figlio di vetero fascisti da il Borghese e golf di Monza, o che la CIA… chi lo sa. Impresa da Barbero dipanare la matassa del fascismo ricostruito post bellico e che arriva fino ai gironi ( non refuso) nostri. Conobbi e frequentai per un breve periodo, e io già ventenne impiegato a La Scala, il nipote di Pisoni : un trafficone del cinema, almeno a suo dire e a dire di chi me lo presentò. Avrebbe dovuto aiutarmi nella carriera perchè conosceva tutti e aveva in tasca il progetto di un film su Marconi. Figurarsi. Non mi servì a niente. Capii che era un chiacchierone, forse del sottobosco omo, non saprei ; ma non mi sono mai interessato dei legami di questo con quello e anche per questo non sono mai stato bravo a fare carriera, cioè a in un momento/dar retta a cento con le pupille/ parlar con mille. E infatti s’è visto. p.s. grazie per la visita

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