Che dire che fare dove andare a nascondersi.

C’è una battaglia in corso nel condominio di dieci persone dove abito ; battaglia sottomarina, contro una inquilina del primo piano che, sempre non vista, butta le cicche di sigaretta a decine nell’andito a giardinetto condominiale tra il marciapiedi e il portoncino dello stabile. Di fronte, per una ristrutturazione nuova di zecca, con alacrità si spiana il fuori, per metterlo a verde ? Macché scherzi, posteggio condominiale : il suv innanzitutto fino e oltre all’infinito. La cosa è di nessun conto ma è motivo di desolazione pensare che ci sono persone che si comportano così, animali che costruiscono, come le api che, in tutta evidenza più intelligenti e utili, però si danno dei limiti. Che ci sono altri che, ah sì, vanno a giro con il loro bravo sacchettino per la cacca del cane, che a cose fatte lo riempiono e poi, puf, lo abbandonano in terra di nessuno insieme con il fazzolettino fresh&clean con cui hanno nettato il culino al canino. Il marciapiede come no man’s land. Per tanto la considerazione sull’umano scade, scade e scade. Fino ad avvalorare la tesi, più che l’ipotesi, sulla nefandezza della specie. E in fondo sull’opportunità vitale della guerra : operazione malthusiana. E il pensiero è scosso dai brividi. Dalla piccola sigaretta buttata in spregio agli altri, all’altro, all’Abele del mito cui gettare in capo una siga val bene come prenderlo a sassate, fino all’annichilimento di Gaza, agli ulivi bruciati in Cisgiordania, all’omicidio in scala al 100.000 in Sudan, alle nefandezze in Iran o Afghanistan, fino all’annientamento dell’Ucraina cui oggi, in questo momento magari, l’Europa tutta unita darà il colpo di grazia, fino al blocco navale del Venezuela non c’è nemmeno un passo, sono identiche e sincrone manifestazioni della voluttà dell’umano sull’umano. ‘Ffanculo il prossimo, mmacch’è ‘sto prossimo, pussavia prossimo ; l’umano il proprio ritratto lo vuole sottomesso, al dominio delle proprie libidini o morto. Comincio a pensare che più del dr.Freud e un po’ prima, il marchese De Sade avesse capito bene con chi si ha a che fare.

Unknown's avatar

About dascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
This entry was posted in Al-Taqwīm and tagged , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Leave a comment