Onunullo

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Jean Michel Basquiat  – In Italian

Mumble mumble mumble, che il mondo fosse un porcomondo, un inferno e non quello del fiorentin fuggiasco, anzi com’ebbi addire a’ miei costernati genitori alla non piccola età di anni 14, Una trincea unica fifiiii e avanti-savoia, lo sapevo; ma la c’è la provvidenza e dunque non passa giorno, squasi ora, che le conferme, gli indizi passivi si accavallino. I 253 lettori residui e ancora titubanti se sì o no smettere di seguirmi in questo blog facilitato per ipermètropi, dovrebbero leggere, per nuocersi un po’, al link qui di seguito citato con un succoso estratto in anteprima, le ultime novità quanto a nazismo dal volto umano che i druidi mondialisti studiano per la cabalanizzazione degli urbi e degli orbi. Al soldo del capitale si fa si studia si lavora per spremere dall’individuo ogni oncia, altro che libbra, di culatello – allusione al noto assunto del Mercante di Venezia – tal da trasformare il mondo in un Luxury lager, in un Sonderresort per chi ci sta, per chi ha competenze a punteggio, a tablet, per chi si lava il culo solo quando fa la doccia e ad occhi chiusi, non discute i diktata della democrazia diretta, cioè direttamente confezionata dal FMI senza la scocciatura di elezioni e amenità democratiche, Zit zit Serp(ent)ina vuol così0; o gli altri, domanda l’inconscio, gli altri, Katyn messieurs-dames, 7,5 miliardi, la natalità forsennata è una strategia incomparabile. Poi si legga bene…

Un’illusione razionalista che pretende di stabilire correlazioni al solo scopo di legittimare scelte politiche in linea con lo spirito dei tempi e i suoi due giganteschi simulacri: l’ossessione quantitativa della misura della performance e la continua delegittimazione del giudizio delle comunità professionali e delle specificità dei contesti, sostituiti dall’ apparente neutralità della comparazione numerica.

Una precisa idea di società, tutta contenuta nell’immagine di un’infanzia “taglia unica”, da costruire con “attrezzi” universali, disegnati per risolvere in un colpo solo problemi complessi oltre che estremamente dipendenti dal contesto storico-culturale.  L’impiego di termini come life-outcomes o value for money, sebbene si continui incessantemente a battere su apprendimento e benessere, sottolinea che proprio questi ultimi non possono essere considerati un fine in sé. L’obiettivo, da perseguire quasi in una logica di causalità, è il miglioramento dei risultati da adulti, membri effettivi in quanto forza-lavoro della società del futuro…https://www.roars.it/online/arrivano-i-baby-pisa-ocse-sperimenta-test-per-i-bambini-da-4-a-5-anni/.

Quand’era fanciulletto e giaceva nelle illusioni di un’infanzia in comode rate, partecipai a una gara di composizione italiana bandita dall’allora provveditorato agli studi, ente risalente all’ età repubblicana, di Roma càput intendo dire (509-27 a.c.), tema l’unità d’Europa; allora si chiamava MEC, sapeva di mercato, cioè di friggitoria e banco del pesce, e in sintesi lo era; quanto ai pesci, nosostros mismos; arrivai secondo in Lombardia, che aveva ancora il beneficio della nebbia e della pioggia, primo un mio compagno di classe, assai talentoso in tutto tanto che da grande non trovò nulla da fare per secondare i suoi talenti, ebbe vari accidenti, incidenti e insomma rovinò nell’esistenza, di passaggio. Perso. Insomma arrivammo, fummo premiati, terza una mia compagna, quasi di banco. Allora tutti e tre credevamo ancora che un mito fosse per ciò stesso realtà travestita per renderla sopportabile, o rivelata altrove, col tempo scoprimmo che c’è mito e mito e che di qualcuno la sostanza è il travestimento, Tra vestiti che ballano, e dunque anche alla fantasia ben orchestrata da una propaganda quella sì sovranazionale circa organismi sovranazionali che avrebbero, nella nostra ingenuità, avuto il ruolo di comitato di saggi amministratori del bene comune, la palla assassina su cui, finché non si secca, sopravviviamo ad oggi, Viva la Muerte-Tango. Ma ne vedremo delle belle o noi o qualche figlio o nipote. Tra questi organismi massima era la reverente convinzione che uno, l’UNO, non fosse trino, ovvero ciò che è, ONUNULLO. E come potevamo noi sapere, picciotteddri com’èramo, che Ginevra era solo un’irridente cittadina lacuale, la quale a nulla serviva se non alle ferie di qualche benestante, funzionari dell’Onunullo inclusi; Céline lo sapeva bene ci aveva lavorato a Ginevra, leggere il bel dramma politico, brechtiano nell’impianto e maggiore quanto a capacità di sintesi, La Chiesa (1926 – Irradizioni ed.). Ma in quegli anni, noi tre bimbocci per quanto avviati sulla strada della scrittura come me, Céline non lo avevamo ancora letto. 

Ebbene, da che vergine nacque l’organizzazione delle nazioni une, sommate e sanate mai che abbia  impallinato un delinquente vero, nemmeno a sbatterci il naso per strada, nemmeno se ridanciano come un bokassa mia fatti ‘na capanna gridasse, Catch me and shot me if you can, nemmeno quando si sedesse ai banchi della sua assemblea a Nevaiòrk in gabbana menando la moglie alla catena per le grandi labbra, Oh gosh I beg your pardon Mister, e via alla chetichella a mettersi il casco blu che va bene su tutto, il funzionariato. Mai. Il delinquente, ‘Nduja, Embèbbe, Prepiziu, Cuccuruccù paloma di Tel Voyou, coronèl caramèl di Zikipakistan, energumeno quadrumane littorio di Pasdaràn, nada, gnanca un plissé l’Onunullo; niente da dire, no perché l’organizzazione d’abitudine ha il belato della capra di Saba; bumme a grappolo, stupri di massa, infibulazione, parità del diritto, dei delitti e delle pene, ma per carità, sì un po’ di lai & bai una quai volta, quando proprio le fosse comuni traboccano e la puzza arriva su fino ai binari TGV di Genève SBB-CFF, bon missione di pace. Amuchina e partono le bandierine, parte il teatrino, Le grand Rigodon, l’Excelsior, basta non disturbare chi di potere. Del resto v’è da dire che l’Onunullo è l’organismo vivente più morto del pianeta ma ha trovato il modo di imbalsamarsi così bene che non gli casca una benda, non gli scappa fuori dai cerotti una mosca, un petino, una sbrodolata di trippo misto. Tutto pulito. Tutto correctness, L’Unonullo sa bene dove sono i delinquenti, ché l’Italia, dopo anni di baldoria di un’intera banda di malviventi iscritti al Rotarit, alla Triniteral, all’Aspic, a tutte le Propagandas, oggi, adesso è  uno stato bisognoso di ispezioni, anali, vaginali, stomachiche, antirazziste, lo ha dichiarato la sua Gran Maestra…33…trente-trois droits de l’homme adroit, https://ilmanifesto.it/italia-nel-mirino-onu-troppo-razzismo-invieremo-osservatori/; oltretutto non c’è rischio per gli ispettori, niente casco blu um zu inspizieren la bontà delle carezze ai profughi, ma il casco della parrucchiera. È qui che si tortura, vengono a provare per credere dalla Kamchatka alle Piramidi, stupri a vapore e a cremagliera, catene di monta, è in Val Chiavenna che si accoppa per un rutto, l’Italia val bene una pizza. Pur che si faccia il gioco dei potenti. Non c’è che da trovare un qualche Protocollo dei savi di Bassano, infilato nella valigia diplomatica del nostro ma non loro ministro degli interni Brianzoli. Peligro. Pellagra. O perché no, mistery o fantasy, nella bottega degli amari e dei souvenirs al Santuario della Madonna di Tirano, Sondrio. L’Italia è un pericolo per gl’inculatori seriali di Cernobbio, per i Fiatvoluntassuja, per le ‘ndrighete‘ndranghete finanziarie. Roba da spedirci un Maiflower per rimetterla sulla retta rotta on line dei pellegrini del trading. To protect and to serve le Addololorate di Caparbio. Golpe. Lo dico in sintesi estrema. Si ispezionino il retto gli ispettori, almeno un bidet. Puisque à la fin de l’envoi1 il y a de la merde. Alors.

Qui infine succulente osservazioni del professor Alberto Giovanni Biuso https://www.biuso.eu/2018/09/11/globalizzazione/

0 La serva padrona (1733) G. B. Pergolesi https://www.youtube.com/watch?v=NsUeywPFEgQ

1 Ed in fin della strofa … Termine della poetica trobadorica per, alla lettera, invio, commiato cfr. Edmond Rostand Cyrano de Bergerac A1/SIV 

 Il me manque une rime en eutre…

Vous rompez, plus blanc qu’amidon?

C’est pour me fournir le mot pleutre!

– Tac! je pare la pointe dont

Vous espériez me faire don: –

J’ouvre la ligne, – je la bouche…

Tiens bien ta broche, Laridon!

A la fin de l’envoi, je touche.

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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2 Responses to Onunullo

  1. Biuso says:

    “Onunullo è l’organismo vivente più morto del pianeta”. Esatto e meraviglioso. Come tutto il resto.

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