El marchión di gamb avert

Intervengo su un tema che la congiuntura meteorologica rende di ora in ora più brucente… detto in vernacolo così che intendano anche a Righnano am Arno… la questione greca. Tutti ne hanno detto e scritto e non pochi e con le migliori ragioni e tanto a proposito che aggiungermi al coro delle peneloponnèsie e delle cassandre a sproposito, mi par e fuori di luogo, specie da questo palco che è e vorrebbe restare letterario, a dispetto del fatto che ogni letteratura autentica è critica della letteratura e ogni critica autentica è atto politico, cioè della pòlis. Aggiungo solo che il signor Tzipras mi è simpatico, forse sbaglio a provare tanto sentimento, per quella sua aria da sud del mondo che ci accomuna, me lui e il mio editore calabrese, tra quelli che perdono anche se vincono, anche se si ha ragione. Poi non so, magari è tutt’altro, come la maggioranza degli uomini assunti dalla politica, un bravo travestito da Trintignant  ne Il sorpasso. Non lo so. So invece quello che resta da fare al fondo monetario senza fondo: far uccidere Tzipras e far girare subito la lotteria-genera- stati per piroettare la Grecia in un’altra bella masquerade dittatoriale. Ai latinài la pornocòpula di renzini & verdeschi, agli iberici la legge che morde & non fugge, all’ungaro quello che sia sia, un po’ di canagliume nero in cosacchia, un po’ di cattolicume in polacchia. Resta ben poco dell’Europa tranne quel suo sciàuro di fascistissimo sudore, di maschio bratwurst e di rutto coloniale che nessun disodorevole riesce a seppellire nemmeno nel parlatànto di Brükzell. E mr. Obama-màma-màma ha detto o non detto che dopo averli creati è bene eliminare califfi e califfati e il governo Assad. Che è un un bel tuffo carpiato nell’incoerenza, qualsiasi cosa voglia davvero dire carpiato in tuffìstica. Sul fronte di quel que podemos nosostros, mi pare che sostenere – qualcuno non privo di ingegno inascoltato lo ha già pensato – un crowdfunding per i nostri simili greci, per simili intendo quelli che tirano la carretta con stipendi dissimili da quelli di Draghi e Marchionne (si legga quale paragone al contrario con El marchion di gamb avert-Carlo Porta), indire almeno un anno di campagna compriamolo greco  e imparare il greco come forma di simpatia  militante e di peripatetica antipatia per quel che di  english  non sia Shakespeare o Allen, sia il meno che si possa fare. Chi come me è partito da un liceo classico è avvantaggiato; sappiamo leggere tra tutte le righe la desolazione che vi alligna.

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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2 Responses to El marchión di gamb avert

  1. diegod56 says:

    bella l’idea di studiare il greco, eimì eisì estì, ma io ero il peggior liceale del peggior liceo di provincia, ci rinuncio

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    • dascola says:

      Sai Diego,
      si tratta di rispolverare; poi immagina che non esiste più il digamma e la forma semipassiva, mi dice un mio studente cipriota. Forza, una mezz’ora al giorno. Giusto per respirare. Abbracci. P.

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