Aggredita dal noto e antico muschillo papalino Renato Rascel con le parole brutta vecchiaccia, la grande Paola Borboni replicò, Sì sono brutta e vecchia ora, ma sono stata giovane e bella io, tu alto, mai.
Le persone piccole d’animo e d’orizzonti che si beano di una vista raccorciata e piatta e pretendono una visibilità ridondante, giudicano invidia nei grandi quel che in questi ultimi alla peggio è disgusto, prospettiva per solito, alla meglio diagnosi.
Guardarsi intorno e vederci chiaro è abilità di pochi, a quanto pare. Il loro silenzio una minaccia. La loro parola una dichiarazione di incompatibilità. Per questo si fa di tutto per sopprimerne gli atti. Talvolta non solo.
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About dascola
Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu piccino privato come di stringhe e cravatta dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo e forse un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi a Bell’agio proprio tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, per dirla alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.