Onu uno oh no

srebrenica-1

Srebenica ( Bosnia Erzegovina) 1995

20 giu 2019- Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha ufficialmente lanciato il 18 giugno scorso il piano d’azione ONU contro i discorsi di incitamento all’odio: una nuova strategia, che si basa però sui principi fondanti delle Nazioni Unite.

Lo Statuto delle Nazioni Unite fu redatto in un momento storico in cui il mondo era appena reduce dalle conseguenze tragiche della Seconda Guerra Mondiale e dell’escalation di odio che aveva condotto all’Olocausto degli ebrei. Guterres ha ammonito gli stati membri che “c’è il pericolo che quella lezione venga dimenticata”.

Nella nostra epoca stiamo assistendo ad un crescente odio verso specifici gruppi di persone, che viene esacerbato dall’uso incontrollato delle tecnologie digitali. I discorsi di incitamento all’odio non solo vanno contro i diritti umani, ma minano anche la coesione sociale, erodono i valori comuni e gettano i semi di azioni violente.

Il ‘Programma d’azione delle Nazioni Unite contro i discorsi di incitamento all’odio’ si pone l’obiettivo di identificare, prevenire e affrontare in maniera efficace i discorsi di incitamento all’odio. Sebbene questa tematica venga discussa nell’Agenda 2030, la nuova strategia va oltre, raccomandando un’azione comune, con il fine di identificare i soggetti che incitano azioni di intolleranza…

listen more to http://webtv.un.org/watch/player/6049631091001

… Lezione dimenticata, olocausto valori comuni… me mi par chiaro che solo alla parola valore tra una beghin de beghin Carnate-Lecco-Colico-Tirano e un anarchinsurrezionalista verbale, chi scrive per esempio, c’è da parte dell’una un vaderetrosatàn, dell’altro fastidio… che vuol dire valore e condiviso, si domanda all’Unonano. Li mia, valori, ma non sono solo, sono quelli della letteratura specchio oscuro del reale, del pensiero discostante, del dubbio sistematico; con la béguina dove potrei incomunarmi so mica… sul fatto che io non vorrei farla fuori, lei non so, ma tenersi alla larga perché ho ancora nelle narici l’odore di grigliata del Giordano Bruno, dei Catari, dei sacri macelli… ma mi tollera, dite. Bon io non voglio essere tollerato tal che è vero, nessuno mi tollera, tranne qui 270 lettori finché durano e 7 amici, numero chiuso… E son di Prao e vogli’esser rispettao, posa il sasso e mangia i’ bao (sono di Prato e svoglio essere rispettato posa il sasso e mangia il baco) Tollerato… begin a tollerati te le tu’ creste di gallo beguina.

Quand’era piccino vedea in questi organismi inorganici, Onuonano, Europunita, il mito del benessere generale, del vigile accordo tra diversi pe’ non pestarsi a martellate nelle parti molli… arrivai persino secondo in una gara pubblica per il più bel tema sull’Europa (Lombardije unita 1964 o giù di lì)… preciso che per me la letteratura è un’esperienza di vita preferibile a essere buttati giù da un’auto previa violenza di gruppo… ora non escludo di avere la vista appannata, in fact distacco bilaterale dei vitrei, ma non ho contezza di grandi atti tesi a salvaguardare la vita, cioè i corpi di questo  o di quello sparsi, alla lettera, nel mondo, non c’è o non ricordo o sono pochi, i massacri che non siano stati messi dalle parole ai fatti sotto l’occhi vigili dei caschi blu, che guardavano dall’altra parte, dico sempre spannometricamente. Ora leggere La Chiesa di Céline (vedi se vuoi) mi pare che rischiarerebbe la vista a molti che non sono nell’uno né nel trino. Insomma l’Uno mi pare una meritevole organizzazione di incravattate dame di svincenzo; danno pacchi di primo soccorso e poi lasciano che ciascuno crepi nella propria immondizia come meglio  può, cioè fino a crepare; del resto salvare tutti non si può né mi pare auspicabile, siamo già troppi qui tra obesi e anoressici che campano  riempiendo i carrelli sua di carne rossa, colacola light e pingui pinguini dico a dozzine a confezioni, a torrenti a fiumi a riomari.  

Non ci vuol molto a dire che di nazioni unite o disunite ne mastico niente però vengo là dove batte la lingua quando qualcosa duole, il cloîtroride. Perché mi me par che ciò che divisano le parole dei sommi sacerdoti della Chiesa, sia una violazione del chiostroride personale. Tal che tacere bisognava andare avanti mi pare l’imperativo che ne potrebbe saltar fuora, Non si dice non si dice… di divieti ce n’è mai bastanza e di solito cascano tra le pagine a stampa, ieri Céline, oggi Benoist, ma anche Fusaro l’immodesto modesto, persino qui n’i blogghe l’Onanuno potrebbe scovare qualche incitamento all’odio, perché diciamo negro come l’Ariosto e, sempre per orgoglio di vocabolario, pederasta non queer… al Piave al Piave, tutti accoppati. Il pensare ridotto a crema di philadelphia morbida e leggera. A omogenato di cazzi e mazzi. È vero, ha ragione il Nuno, ci vuol niente a scrivere un Mein Kampf e a scatenare una bufera mondiale… niente poi, una beneamata favolella, ci vogliono quattrini a non più contarne, sigari e zippi, molta birra e armi, quelle come se piovessero dall’altro dei cieli e invece le procurava la Krupp, le procura la Beretta e l’Unione bancaria. Ci vole inzomma il Kapital con turbocompressore tritatutto. Sappiamo… Nonna Unna che occhi grandi hai, per controllarti meglio, piccìcina che te tu facci la bravina. Ma mi me par che qui si stia divisando dal governo di un coglione isolato, un isolato, un quartiere, una multinazionale di coglioni al governo. Questo mi preoccupa perché la forza dei coglioni è il numero. Sarà per questo che la natura ha deciso di contenerli nel numero di due per ciascun individuo ma, moltiplicalo per millanta individui e te tu me la racconti la mi’ bella mascherina. Peraltro si temono le parole di odio… oh santa Venere, l’odio, promemoria, è un sentimento molto diffuso, basterebbe leggere Omero o i tragici greci ma oggi sono e si vorrebbero in gran misura sostituiti dai twerking di fantamamme, fantababbi e  figlie del pirata Buonu; l’è sentimento che tiene in vita chi si vuole vendicare e anche chi vuole sopravvivere in condizioni che ne mettono la sopravvivenza stessa a repentaglio, l’odio tonifica e converte lo spirito suicida. Bene non se ne può parlare ché solo i cristiani in passato ebbero il monopolio dell’odio, oggi conventicole meno vaste, talebane, telebane e talbefane, jihadiste e pedopiste non lesinano voci squittite e squirtate, e van gridando pace e van gridando amor. Altre altro che cortei, banderole, arcobaleni, quelle non hanno il dono della parole, a parte il delirio dallì allà; sparano e si direbbe che senza detto passino diretti all’atto. Quindi mi pare che la Chiesa di Ginevryork sia un po’ indietro coi fatti e che la Chiesa di Céline fosse avanti. Mein Kampf non se ne scrivono più, ché bisogna pure avere fatto qualche scuola, Hitler per esempio arrivò fino all’accademia di belle arti, era bravo in ornato e allora s’insisteva molto sulla calligrafia e sull’ortografia. Insomma dietro ogni Mein Kampf c’è un metodo che magnifica la parola affinché essa si faccia ciccia o burger della ciccia altrui mi dicono i cattolici più informati. Farla breve me mi pare che la coppa dell’Ohnò voglia essere servita a tutte le tavole degli analfabeti funzionali del mondo unitevi perché si fàccino ancora più massa, più folla. Persino questo blogghe appunto, domani potrebbe essere accusato di odio e non lo è, è molto surcritico co’ bischeri e co’ grulli, ma mi si dica il peccato dov’è. Invece si comincia col deprecare e si finisce col censurare. La Chiesa, di Roma, della Mecca, di Cantù-Cermenate lo sonnu bene. Tra l’Unno e quei tal barbudos che giustiziarono in effigie il signor Salman Rushdie mica c’è differenza. O si fa d’ogni erba, ma è così che si vuole colà dove si puote, un fascio. Come staccare gli icebergs dal pack. Sai mica dove comincia l’alluvione.

L’animal qui ne peut plus dormir, pour remplir la vacuité des heures, pour échapper aux nostalgies végétatives s’est forgé un monde de fantômes, de croyances et de chimères. Au lieu d’utiliser ses ardeurs à la volupté intemporelle d’écouter les choses et les silences, d’adoucir le mal de sa division d’avec le tout, de combler par des doutes ou des extases la déchirure qui le sépare de l’univers anonyme, il s’est lancé à la conquête de la vie dans l’espoir d’oublier qu’il est le vrai mourant. Il a voulu couvrir sa mort(…) l’idéal inavoué des chacun est de manquer sa propre mort(…) L’appareil des idéaux et de la foi est là pour y aider.

L’animale che non riesce più a dormire, per riempire il vuoto delle ore, per sfuggire alle nostalgie vegetative s’è forgiato un mondo di fantasmi, di credenze e di chimere. Invece di usare i suoi ardori per il piacere senza tempo di ascoltare le cose e i silenzi, di ammorbidire il male della sua divisione con il tutto, per riempire di dubbi o d’estasi la lacerazione che lo separa dall’universo anonimo, s’è lanciato alla conquista della vita nella speranza di dimenticare di essere il vero moribondo. Ha voluto coprire la sua morte (…) l’ideale inespresso di ciascuno è quello di mancare alla propria morte (…) L’apparato di ideali e della fede è lì per aiutare. 

E.M. Cioran – Exercises négatifs – Gallimard pag. 35

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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2 Responses to Onu uno oh no

  1. Biuso says:

    “Una meritevole organizzazione di incravattate dame di svincenzo” è definizione esatta, oltre che divertita, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Una delle tante, come le ONG, che additano con odio gli odiatori, che reclamano la libertà per sé e la censura per gli altri, che sono convinte di possedere il monopolio dell’umanità e chi non condivide è posto fuori dall’umano, legittima preda della loro bontà. Gli dèi ci guardino da gente così pia.

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