The Hateful Eight – Quentin Tarantino 2016
Il potere nasce dalla punta del clitoride.
Anonima pornografica
Non esistono governi amici; è il motto dei Notav, benamati, ed è il mio da sempre. Non esistono correttezze amiche che non siano occhiute, Lucilio mio, così come non esistono distratte scorrettezze, altre da quelle che il singolo, per sue manie… quelle dell’Io e del Noi per esempio… o particulari sensiblerie, ossessioni, credulerie assortite, decide essere suo ventriglio molle da difendere a colpi di bolli e timbri e Azzeccagarbugliòli, o machete; ne vedrem dei belli, basta aspettare. Sicché appena ho letto che quegli strulleri de’nostri vicini carlomagni hanno lanciato una campagna e un decalogo, ohi ohi un libretto di istruzioni e frustazioni che Amnesty international mi ha spedito, un Malleus maleficarum di minchionate… benedettocielo sarà o non sarà già un’offesa, ossia Parlòdio in Neolingua… contro ciò che essi definiscono Hate speech, ho avuto un subito sussulto, ho chiappato Amnesty per il telefono e ho revocato la donazione che offro loro da almeno vent’anni. Questo è un’Antequam mi impediscano di parlare, non un Post-quam; e arriverà sulla scrivania della signora Amnesty (vedi in calce) che a far così la paladina senza palagi, se non del Potere che non sa di difendere o se lo sa è in malafede, ipotizza, giustifica e vedrai realizzerà di preciso lo stesso comportamento che, nei confronti di qualsiasi discorso non allineato, non ortodosso, tengono regimi e paesi nei quali Amnesty difende i diritti del singolo a parlare, a resistere per esistere… voilà les jeux son faits, madame Amnesty non sente odore di fritto misto, di Ayatollah eja eja allalah, con FSB e come ti sciolgo nell’acido, ol Sisì; o, se lo sente le gusta mucho alla su’anima cattolica… tranne in Vasticano impossibile non trovarne… sicché la signora Amnesty ha deciso di non marinare la scuola del bastardamente corretto, ha deciso in pectore che esclamare, ‘Cudiu, espressione affettuosa comune alla maggioranza dei bergamaschi, sarà offendere… oh senti questa dalla valli carniche, Diodiddio, che tutto dice, Lucilio mio, e restituisce al mittente… che dire negro non istà… ostia l’ho detto già, negro vuol dire negro in italiano, sentire come suona, nero sa di lucido da scarpe… leggere Ariosto… e invece censurare censurare… importa un damn che nigger in inglese è peggiorativo… e poi chiunque da Tunisi in giù è libero di chiamarmi varechina, risinbianco, papera, uovosodo, pezzodimarmo, si sbizzariscano ché me non mi offende nulla se non sentirmi dare del Tu, circondato da canalicinqui, da linesladies che accarezzano tamponi vaginali, da cunnilingui e blogjobbi simulati all’algido gelato, da ogni tipo di minchioni che sorridono e che di qualsiasi cosa non sanno nulla che non sia già declinato dalla televisione, ma mi insultano questo sì, dandomi del tu appunto, e solo perché al contrario di loro me tratto col lei chiunque, e indosso la giacca, un separé mentale, e la cravatta anche in casa se è il caso, la prima cosa che MI rispetto è il mio abito anche se mi frustano con il loro, Tu tu professorino (tè tè nella versione brianza)… la folla perbenista, buona quella, ha solo due sentimenti, l’adorazione e l’odio appunto… oh se succede, succede, Khmer rossi… Hitler mica si fece da solo, quando domandati, Lucilio mio, quando diventò pericoloso, bon quando dal Mein Kampf passò alle SA, dalle parole ossia alle bastonate. E la signora Amnesty… leggerlo il suo libretto cuòramòr, una quintessenza di regole censorie, di cuorinmano e arcobàlani. Ma che mai farà l’odiatore, il renitente alla leva del pensiero unico arabo, turco, persiano, pakistano o cino persino. Niente, la signora Amnesty lo stigmatizzerà perché egli ha il difetto di odiarlo il suo torturatore, il suo imam tritatutto, il suo inflessibile poliziotto del popolo e lo dice; ebbi un allieva cinesa secoli fa, una soldata, che odiava Mao e lo diceva. Censurare. Oggi per lo più di Mao ridono. Niente, la violenza verbale molto spesso è sola e semplice mancanza di sintassi, di lessico, che vuol dire di educazione… me sarei favorevole a far nelle scuole classi di belle maniere… ma, solo l’idea di colpire qualcuno con un òstrako nell’occhio perché scrive cose malvagie, o dice capra a muzzi e mizzi, ah no, non è il primo è il passo definitivo per aizzare la marmaglia a soffocare il dissentire, Cambogia. Tra proibire di dire cazzone al cazzo e proibire la fabbrica del Bitto in Val Geròla, perché antigienico, non c’è nessuna differenza. Niente Napalm/Crozza dunque e tacitando tacitando, niente Natalino Balasso o Luttazzi e su su per la maggiori scale niente Céline… voilà anche da morto leviamolo dai cataloghi… oh là là è accaduto in Macrònia chez les Maqueronròns… io lo possiedo tutto per fortuna il Céline e praticamente sono il suo uomo-libro di Fahrenheit 451… e che delizia la sua rabbia, le sue deboradate antitutto, quanta leggerezza angelica nell’Antisemita, quanta carogneria di ruspe in Israele. Resistere. Per anni ho resistito al violento perbenismo del Movimento studentesco, al loro far fuori la lingua negli odiosi anni sessantotto, un anno solo che va avanti da anni quanto la signora professoressa, il signor Dindandòn Malànni. Lucilio mio il sai, a niun fa male e diverte chi ha un po’ di sale in zucca e pepe al culo. Tutto questo sbavare contro l’odio, contro il Diavolo buonanima è lo stesso dei padri della chiesa, diodiddio, dei buoni teologi, tutti giuggiole e rosòlii, di cherubini e sante Karole dal cuoacceso e poi giù ad aizzare le piazze ché la strega, il c’èchidiceno brucino, oh Gosh, well done your roast beef your Eminence. Facebook ci fu un tempo in cui autorevoli parlavano di esso come del tempio della democrazia a venire, della libera espressione, ma la libera espressione o babbei, è degli schizofrenici e dei dilettanti, ecco che cos’è FB. E adesso cosa, stigmatizzarlo, censurarlo, addomesticarlo, Lucilio mio, basta non frequentarlo, basta non scriverci in FB, Come sei bella Angela ti adoro amo la vita e il cheesburger. Fottersene per fotterli. Per camminare, andarsene.
Me odio, odiatore incontentabile, libero di odiare e di dirlo, rivendico il diritto all’odiare cuori e arcobaleni che non se ne stiano in cielo questi e in una carcassa palpitante quelli, di odiare il potere che mi frigge la terra al diesel, di detestare i parrucchini sotto i quali gli impotenti sparano cannonate e scoregge di Suv, di detestare governi e gole sempre pronte all’ingoio profondo… e mannaja non ci fanno nemmeno divertire… di odiare i festival estivi di stonati prepotenti, le porcate; e questa di Amnesty è una porcata, vero hate speech, Lucilio mio, da evangelisti, da predicatori quaccheri, da domenicani, proclamazione stentorea e fascista del pensiero coatto, Siamo buoni. Durerà poco perché mancano dieci anni alla Caporetto dell’Orbe ma intanto è l’impero del bene…
… Ci troviamo oggi in una situazione che ricorda – ma è mille volte peggio, è mille volte più inquietante – quella del seicento, quando avere un’opinione propria, essere un individuo, mostrarsi come individuo (e non un avanzo di individuo farlocco, di scarto, di quelli che ‘sanno distinguersi’ grazie al vestito, la macchina, il look, gli hobby, eccetera) costituiva la definizione stessa di eresia. La libertà di pensiero è sempre stata una malattia. Oggi, finalmente, possiamo dirci completamente guariti. Chi non declama il catechismo collettivo è additato come pazzo. Mai come oggi il gregge di coloro che guardano scorrere le immagini ha temuto che un minimo scarto, una variazione, potessero danneggiarlo. Mai come oggi il bene è stato sinonimo di una condivisione così assoluta. Philippe Muray – L’impero del bene -Mimesis. Incipit.
Per divertirsi ‘nu poco
Natalino Balasso https://www.youtube.com/watch?v=0D8znBdQi0w
Daniele Luttazzi https://danieleluttazzi.wordpress.com/
Napalm51 https://www.youtube.com/watch?v=Aw88IdYwU_k
Per documentarsi
L’immediata azione che hai intrapreso, Pasquale, ti fa onore: “ho chiappato Amnesty per il telefono e ho revocato la donazione che offro loro da almeno vent’anni”.
Azione frutto dell’immediata comprensione: la natura dei Social è l’odio, perché la natura umana è anche odio. Lo dimostrano i millenni e la biologia. Essendo impossibile opporsi ai millenni e alla biologia, lo scopo effettuale di queste campagne contro l’odio è l’odio verso chi odia.
Un grottesco cortocircuito che le macchine del bene praticano da sempre ma ora lo fanno con l’automatismo social. Basti pensare di quanti “merda” i buoni gratificano coloro che accusano di fomentare odio. Accusano di odio odiando.
E invece il sereno e sano “diritto all’odio” da te difeso e argomentato è una delle frontiere, oggi, della libertà. Della gentilezza, direi.
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Della gentilezza. Sì.
Grazie infinite Alberto del tuo commento. Mi hai fatto venire in mente che una delle frontiere e dei fallimenti sovietici fu il tentativo di creare l’uomo sovietico, come sai anche in forma biologica. No further statements.
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