Vittore Villani

Seminar, 2019 by Eric White

Eric White, Seminar ( 2019)

Bagatella cospetton che tremarella…

Mon père disait, Ma porco e poi bon quello/a non ha ancora trovato qualcuno che gli/le cacci una pignatta in testa; oh la pignatta, l’idea di pignatta era di famiglia, prima di mio padre, di suo padre mio nonno, che era basso ma aborriva i pagliacci e lo dimostrò con coraggio durante l’era del pignataro in orduce; dico non era difficile trovare qualcuno cui avrebbe giovato, trunk una pignatta in testa e, Vattene, taci che hai troppi che acconsentono, a rischio della vita; di solito chi sbraita lo fa perché  trova nessuno che gli schianti in capo appunto una pignatta, metaforica, verbale, talequale… lo sbraito è tecnica dello squadrista; comoda; uno con mille a sbraitare intorno e nessuno a contraddire, perché solo o pauroso, o indifferente, o lontano… altro mondo in ogni modo, mica da ridere, fino alla morte mio padre era nato per morire ma da insorto e infatti, mica razza padrona come questi qui di oggi che per me non si salvi chi può… per esempio il dottor Vittore Villani; che lo volle così la mamma, dominante, tutta una famiglia di vincitori, mica bagatelle, doveri menefreco, io io io non sum miser, non sono altri che ego ego chachachà, gli è facile, ha diecimila dimensioni, nessun bordo rintracciabile, borderline beyond the lines, non limes, un buco nero in senso inverso assorbe materia grigia, la poca altrui, ed erutta slogan, urla sprezzi e sprizzi e sprazzi, fulmineo fulmicotone… il fulmicotone so come si fa, prendi ovatta e la immergi in acido nitrico e poi solforico, lasci assorbire, lavi con l’acqua fai asciugare ben bene, poi dai fuoco, flamm fa il cotone, gasgas.

Dunque, io non c’ero ma persone di provata fede cattolica, mi hanno riferito alleluja jubilate che il dr. Villani, domenica, 3 febbraio u.s. è fulminato a Lecco per una conferenza sul Tintoretto e il Bronzino. Nell’occasione tuttavia il detto, si è prodotto pro crocefisso nelle scuole, e nell’accesso, o nell’ascesso cerebellare che lo sveglia ha lodato il portatore malsano di rosario, sig. Salvomini, e lode al cristianesimo che tutti ci piglia e all’armonia di poteri ed eja eja di valori. Allallero alalà. Piccolo comizio non previsto in sede pubblica, cioè comune, il Politecnico. Non credo che l’aula fosse gremita di legaioli e curlers della madonna, ma si sa che il tribuno piace alle masse… anche se…  I come to bury Cæsar not to praise him… credo che per l’occasione ci fosse anche qualche ateo, o rabbino, o nolens e insomma quella che i giornalai chiamano gente comune, perché loro è vero sono di non comune fetenzia ma nell’occasione una tale Desirée, lode le sia avere avuto orecchie sagaci, ha scritto dell’evento ciò che potete leggere per vostro conto, https://lecconotizie.com/lecco-citta/tintoretto-sgarbi-al-politecnico-a-lecco-ce-unarmonia-di-poteri-e-valori/.

Per me mi sono arrabbiato, sono sicuro che se fossi stato presente avrei catafottuto, a parole, al dottorbalanzone la dovuta pignatta, azione di contenimento, T.S.O. per tutti i gugurù, ma gesto che nessuno osa o ha il buon tempo di perpetrare, immaginarsi tutti in preghiera fronte al personaggio, dietro il quale il n’y a personne, attore con un ruolo solo finisce in macchietta, quella di sé stesso, un Fanfulla, chi se lo ricorda a parte chi scrive. Poca roba. Fetenzia di chiaviche del regno qui tridentino sturato a suo tempo dal magnapatonze di Archours. Si capisce che di lui si abbia paura. Egli truona, intestino al fulmicotone. Del resto non ha antagonista, e gioca su questo, è fabbrica di consenso e il dissenso si esprime al massimo con la codardia del silenzio, dell’indifferenza, tanto poi si va in vacanza in Dubai, snowboarding tra le dune, Eh è divertente, o nel palazzo della neve artificiale, Ma va’ che bel, dice il brianzolo alla brianzola, Va’ che grattacieli. Consenso. Me no, dunque non potendo a posteriori impignattarlo come si deve al Villani, ho scritto al sindaco qui del paesello tra monti sorgenti in cui vivo. Il sindaco con puntualità lodevole, mi ha risposto chiarendo che il Comune non ha sborsato un soldo per pagare la propaganda sgarabattola e mi rimanda alla curia. Dieci secondi dopo scrivo al monseigneur la lettera che tutti possono leggere in calce. Risposta coerente con le carte in tavola che da secoli sono abituati a ribaltare. La risposta è da cardinale Voiello per mano di Sorrentino. Ma Voiello ha il vantaggio di tutti i meridionali, l’esprit. Ma il punto non è questo. Il punto è che si pagano, i villani, probabilmente con denaro pubblico sottratto ad opere migliori, o a persone migliori, e si occupano edifici dello Stato per omelie private. Il punto è che in excelsis si crede con ostinata presunzione di detenere signoria su tutto e tutti e tutti gli italiani. Ora delle due l’una. O ci si fa sentire con veemenza o si va via dal paese. O a quel paese. La tentazione è grande. Esilio. 

Gentile Monsignor Milani, 

apprendo dall’asse.to alla cultura del comune di Lecco presso il quale ho vehementer protestato ieri, che l’invito al dottor Sgarbi per la conferenza di domenica in Politecnico è stato promosso da voi, ovvero dalla C.P.Madonna del Rosario. Apprendo anche che il dottor Sgarbi, non ero presente e mi è stato riferito con precisione da insospettabili felici, apprendo dicevo che il detto, al termine o nelle more del suo discorso sul Tintoretto si è prodotto in una predica sulla vexata quastio del crocifisso nelle aule pubbliche. Lo stile, ovvero piuttosto la sua mancanza, è stato quello allo Sgarbi consueto, bava alla bocca e insulti a chi difende la neutralità dello Stato e lodi al Salvini. Allora in breve, il dottor Sgarbi era in un’aula dello Stato e, anche se comodo per la politica della chiesa di Lecco che parrebbe avvallare  Sgarbi, Salvini e loro bave, in quell’aula pubblica il dottor Sgarbi doveva parlare di Tintoretto; punto. Sono costretto a ricordarle che non esistono solo cattolici, schiera cui non appartengo, né leghisti, idem. Trasformare una conferenza in sede statale  in agape privata o concilio di Trento, benché non fossi presente al fattaccio, mi risulta odioso e, mi consentO il termine, vile. Avesse lo Sgarbi parlato in sacristia non avrei avuto nulla da obbiettare; casa vostra. Ma non al Politecnico, che è casa nostra. La conoscevo per persona civile e attenta all’arte, ora ho qualche dubbio. Si usa chiudere cordialmente ma sarebbe un falso. La cordialità non viaggia con la rabbia. Diciamo senz’astio, suo Pasquale Edgardo Giuseppe prof. D’Ascola

RE: Esimio professore, probabilmente le hanno riferito male. Fosse stato presente all’incontro – ne sono certo avrebbe maturato un giudizio differente. Distinti saluti Don Davide

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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6 Responses to Vittore Villani

  1. Paolo Prato says:

    Non basta che la paura della morte diventi paura della vita per abbracciare una religione ( se stai annegando e qualcuno ti allunga lo scovolino del cesso, tu lo abbranchi anche con i denti): se te lo grida la TV è fatta! Ecco perché le chiese son deserte e ci si mette in lista per diventare pubblico (PLAUDENTE!!!) negli studi televisivi.

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  2. Paolo Prato says:

    Il Feroce Capponato da lustri studia per poter continuare ad essere macchietta, interprete a pagamento dei preziosi (costosi) suggerimenti pseudo-behaviouristi concessi dalla Bocconi, nei primi anni’70 dello scorso secolo, a seminaristi del fine-settimana, allora detti “dirigenti d’azienda”: scuola di trucchi per far figura evitando rotture di coglioni. Mai negato al maturo frangione i meriti professionali suoi: faccia il suo e non si approfitti del vuoto contingente perché, perfino oggi, il delitto non paga.

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    • dascola says:

      “…perfino oggi il delitto non paga.”
      È impagabile la chiusa dopo ben argomentato e godurioso procedere. Grazie Prato

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  3. Biuso says:

    La cronaca dell’evento si chiude con le seguenti parole:

    ” ‘Il dipinto del Tintoretto ci dice che Dio c’è’ conclude”.

    Insieme alla questione crocifissa (ciascuno ha i propri vizi e il sadomasochismo a quanto pare è abbastanza diffuso) è tale affermazione (che vuol essere estetico-teologica ed è soltanto banale) a rendere così patetico il tutto. Ma, si sa, le folle hanno una antropologicamente interessante venerazione per coloro che vanno in televisione a urlare. È la cultura delle riunioni di condominio.

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    • dascola says:

      “È la cultura delle riunioni di condominio.” Punto.
      Capisci perché preferisco stare in affitto, vagante, impermanente. O dovrei costruirmi una fortezza. Grazie Alberto.

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