A memoria di allocco, cioè la mia ché sono passati 50 anni esatti, ho tuttavia presente un mio compagno di corso al primo anno della scuola d’arte drammatica (allora Piccolo Teatro di Milano, oggi Paolo Grassi). Il cognome figurati pfuì, ma ho presente che mi sembrò da subito inventato da De Amicis stante che il giovanotto era torinero. Rammento anche che il tipo mi stava appresso con simpatia, un po’ perché allora ero molto carino un po’ perché non di rado mi è capitato di attirare i più flippati tra i sapiens. Vabbè. Quel tale torinero viveva da solo in un appartamento fastoso (viste foto) con pianoforte a mezza coda in salotto, fiori bianchi nei vasi da fiori, divani pornografici e annessa cagnolina orrenda, una pechinese detta Montserrat. Parlava il tale senza orecchio per aperte e chiuse, continuò a dire vèrde fino a fine corso di dizione e la maestra Molteni alzava gli occhi al cielo, tuttavia, stante la condizione di appartenente a tanto appartamento, mal tollerava che lo si correggesse. Fumava inoltre il tipo certi sigaretti lunghi e colorati – credo fossero svizzeri contro la predilezione di allora per le MS e per le Gitanes – arrivò alla fine del primo anno fumandoli e scomparve.
Per fortuna non è diventato regista ma temo non sia così, temo lo sia sotto copertura del Mossad, come il Davide Fegattello dell’Ascàla, l’infiltrato nel teatro italiano con il compito di distruggerlo. Il nome vero è noto alla Digos e non si può pronunciare, non hai idea come siano peraltro suscettibilƏ e prontƏ alla querela lƏ registƏ, benché regista sia un nome proprio impersonale ma femminile. A proposito di Torino del tale Fegatello immagino la casa fastosa in un quartiere torinese adatto al fasto, di sicuro ha una cagnetta come la marchesa o addirittura una coppia di cani che escono a far la cacca con il loro bel badante tunisino; sulla casa e di certo sui ritratti di Marylin Monroe e della Callas in ghingheri, governa la mamma, signora agée dai capelli turchini, dal polso fermo e manina bagna cauda.
David Fegatello dell’Ascàla è riuscito nell’intento di essere il regista ufficiale di tutte le scale del mondo. Le sale a quattro zampe ed è intoccabile protegé della protezione animali e immancabile, inesauribile capo di una banda composta da sfasciacarrozze ( forniscono infatti le auto inedeffetibili sulla scena), informaticci della Malasia che aggeggiano proiezioni, e sartinƏ del terzo piano che forniscono i cappotti. Suppongo lo stuolo di assistentƏ con prendappunti incorporato. Tutto visto, stravisto, arcivisto, arcirivista: polvere di stole, inganno, muffa di Brie industriale. Antiteatro. Ma Lalla Scala è un teatro di stilosi che coi cappotti, immaginati, un Pànetthon curiosamente situato a Milano come un manichino e l’ufficio marketing e Chiallì, il celebre chef stesso, al torinero lo hanno eletto. Torino va bene alla massa, come la 600. E stassera come l’anno scorso Fegatello imperversa. Ma non c’è da preoccuparsi Macbeth è un’opera nuova del medesimo appunto, canta l’ufficio stampa echizzato da tutta una carovana di giornalai e non, li quali si adattano da anni ( chilli tengono famiglia) a granscassare o’ cazzo ( grossolanità di Gomorra quindi consentibile) con l’evento più antimusicale e più ostentatamente e unicamente glamour del mondo ( Pizza 7 dicembre: pruvulazzo, pommidoro russi, shitake giapponesi della valtellina, 1400 euro) come avvento culturale. Che qualcuno con a cuore l’opera e la musica, persino il pubblico che finanzia di suo il tempio della Moosica, partecipi al rito non importa; non è previsto. I prezzi sono ad excludendum. Di sicuro al dr.Mattarella avranno preparato un discorsino adatto all’occasione. Il sindaco di Malanno controllerà lo smoking antiproiettile e torme di torve saccheggiatrici di boutiques sfodereranno tacchi stiletto, i soliti, scosci laterali, i soliti, carta di caramella, anche riciclata; le più ardite il tanga a vista. Le donne si sa che sono le più adatte alla vita sul pianeta; uniche che possono non ammalarsi uscendo all’aperto con la toilette scollegata al servizio metereologico senza avere la pelle d’oca e senza prendere gnanca un Covid dal 19 al 29 e oltre. Gli sponsor sono in festa, gli stilisti fanno ‘na tale e n’altra, domani La Serva del Corriere che già ieri, oggi e ad libitum sta gonfiando il Fegatello a milioni di hectopascal, con e e senza occhiali, porterà lumi sull’interpretazione, niente di meno niente di più di Chiallì, e sull’onirico e cinematografico della regìa in scagno. Il fatto è che salvo sfondoni dei produttori meno oculati, al Fegatello una macchina da presa non gliela metterà mai nessuno in mano. Se mai nei denti. Ma questa potrebbe essere un’altra storia e ci si augura non sia mai. Per i suoi denti di lui e per noi vedenti. Tuttavia Alain Finkielkraut scrive con raccapriccio nel suo ultimo volume L’après Littérature: la mensogne s’installe, la laideur se répand, l’art est en train de perdre la bataille. Per fortuna c’è Netflix e La casa de Papel. A presto
… e come deserto, il famoso “budino alla guardia di finanza con qualche animella e tartufi” dell’esimio (Totòtarzan). Tutta la cena è ovviamente innaffiata con Champagne direttamente prodotto dall’abate Dom Pierre (oggi impiegato alle pubbliche relazioni dell’omonimo brand). Infine, per fare onore alla novella cugina francese (la signorina!), un ciuffo di crema Chailly!
Ich wünsche Ihnen guten Appetit (non saremmo inclusivi se non includessimo anche i teteschki).
Liebe Grüße aus Rüebliland.
Davide
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L’esimio ho saputo oggi che rischiò di passare un guaio con il Regime nel ’43, perchè faceva parodie di Musolino, il brigante; gli salvarono le chiappe i De FIlippo. Fu Totò a scoprire il genio de stiamo bi Titina. Non so se lì tra gli alpeggi arriva qualche film non americano, non delle Marvel In ogni modo, possibly non doppiato in tedesco, guardati “Qui rido io” : la storia della causa D’Annunzio-Scarpetta di Martone. I’ l’aggiu truvato bell’assai. Un film sul teatro italiano antico e la nascita dei De FIlippo. Che di Scarpetta come sai furono figli. E poi c’è il celebre “Vincenzo m’è padre a me”. Noi abbiamo fatto ieri la terza dose di vaccino. Per ora qui la situazione è abbastanza tranquilla. Anche se i casi crescono. Non so come andrà. Ma insomma per ora non siamo messi come la Repubblica federale o l’Austria. Grazie per i liebe Grüße. Ricambio originale. Bravo che usi la scharfes es. Mi compiaccio
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