Odilon Redon – The monster
Da I mostri a I nuovi mostri ai nuovissimi mostri, oh Dino Risi. Dall’etica del perdere con onore, ammesso che per onore si intenda una miscela ben dosata di rispetto per sé stessi e per l’avversario, se c’è, e una sorta di buon senso che fa percepire il limite oltre il quale c’è soltanto l’ubris generata dall’egolatria più che dalla mancanza di rispetto per gli dèi, da quell’etica si sta passando mi pare all’etica del vincere a tutti i costi e dunque a dispetto dell’evidenza, dell’ostacolo; da abbattere senza valutarne la forza intrinseca o la ragione estrinseca. Guarda Bolsonaro e prima di lui Trump con tutto un partito repubblicano americano, guarda all’assassino etico Putin il cui a tutti costi premedita l’arruolamento di tagliagole, l’acquisto di armamenti dalla Corea del Nord in un rebound stalinista di ribaltato senso il cui unico fine mi pare la distruzione dell’Ucraina… non fosse che non mi pare il mondo si accorga di tutto ciò tranne i postcomunisti il cui discorso illiberale e illibertario è simile a quello dei postfascisti ma non dei posttelegrafonici: infatti guardo oggi a quel tizio che ha monopolizzato con urla bavose un ufficio di posta perché? Perché voleva riscuotere non si sa che cifra bloccata lì alla morte del padre… un anno fa… All’obiezione dell’impiegata che la pratica si poteva sì espletare ma solo per appuntamento e tra una settimana e che peraltro se aveva finora aspettato un anno… il tizio ha dato fuori di matto… che lui lavorava ( tipico topos delle partite iva, non si escluda al nero: aveva i pantaloni tecnici con cacciaviti e pinze ciondoloni) e che lui non aveva tempo da perdere (idem) perché appunto, ripetuto, lavorava e che lui non si sarebbe mosso di lì finché non gli davano l’appuntamento e che lui la settimana prossima nemmeno parlarne, subito… o morte. Infatti le urla erano così forti e al di là di ogni probabile sgarbataggine da essere tanti proiettili con cui il tizio stava massacrando le orecchie altrui( sono uscito dall’ufficio che mi fischiavano) e simbolicamente uccidendo la postina; e sarebbe passato chissà all’atto non ci fosse stato un vetro dietro il quale ci si domanda se non sarebbe meglio ingabbiare il pubblico… L’ufficio ridondava di voci impedite nelle normali richieste postali perché le urla sovrastavano la voce di tutti di qua e di là dal vetro. Domandarsi perché e come mai la guerra e i talk shaw o è ingenuo o è stupido. Non si escludano entrambe le cose. E intanto i ghiacciai si sciolgono.
Crediamo che oggi si sia assistito a un evento leggendario, fors’anche biblico. Così direbbero le folle di Le Bon, capaci di manipolare, a convenienza, ciò che non può esser visto. Il far suonare parti di un uomo, con le urla dell’altro, senza che il primo venga toccato. Magia? Miracolo? La fisica spiega. Essa denota che il movimento c’è, sebbene questo non sia visibile, essendo, il suono, uno spostamento d’aria, e come l’aria, invisibile. Pare fantascienza ma così non è. Ebbene, l’urlo dell’involuto equivale a un pugno al colto. Anche se, questo colpo, nessuno può vederlo. Chissà che, urlare e far fischiar d’orecchi, non sia poi diverso dal buttar petardi e affondar palazzi. Sempre di spostamento d’aria, si tratta. Un’onda d’urto, fenomeno naturale, che forse richiama alle teorie freudiane, quelle dell’un po’ il soffrir ci piace: da una parte l’oblio, con l’altra sponda di chi vuole resistere. L’uomo vuole sopravvivere, se non vivere. Tra il sopravvivere freudiano e il vivere mishimiano, anche se per taluni si interpreta all’opposto, il che pur sempre conferma la teoria, quella degli opposti, la differenza sta nel vento. Se c’è e in quale direzione va. Tutta questione di vento.
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Perbacco che commentone… zen mi viene da scrivere e mi perdono per averlo scritto. Mi inchino e ringrazio, lettore accanito.
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