Con sprezzo del ridicolo

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Study for Hotel by a Railroad, 1952 by Edward Hopper (1882-1967)

Noi abbastanza normali da rendercene conto viviamo in un paese, quello lì fuori dalla porta carraia che, in vista del ridicolo e con sprezzo dello stesso, vi si tuffa a bomba come fanno i  bambinetti chiassosi, quelli che poi nuotano a riva ruotando le spalle invece delle braccia, la testa fuori e le labbra serrate. Paese di santi navigati e poveretti a nuotare ha imparato poco e male, per intercessione o inganno, così da disprezzare chi nuota, se riesce, pungolato dal bisogno, non dal ridicolo. Oh bella, 🙀 miao.

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About dascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
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3 Responses to Con sprezzo del ridicolo

  1. Paolo Prato's avatar Paolo Prato says:

    La barriera autostradale è esemplificativa: posseduti dal telepass, mi battono sul tempo (quale? di chi?) per andarsi ad accozzare al primo ingorgo, 400 m oltre. Mi ricorda il privato nella sanità pubblica: nulla a che vedere con il rapporto di libera professione, ma una scorciatoia a pagamento. Esattamente come l’immigrazione clandestina, ma qui lo scafista è lo Stato. Che provvede di scorta il presidente De Laurentiis, minacciato da fazioni interne della squadra del Napoli. Vecchia scuola: rischiai di ricevere sul naso una paletta su cui ebbi ben modo di leggere “Ministero dell’Interno” perché non avevo fatto largo con la mia Vespa alla scortatissima vettura di Angelo Rizzoli junior (& Gentile Eleonora) in uscita dalla casa milanese di via San Pietro all’orto. Paese di pirla? No: di borsaneristi, eventualmente in guanti gialli.

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