The peoples of the world are becoming profoundly dissatisfied and are not appeased by the promise of the social-democrats to patch up the State into a new engine of oppression.
Kropotkin Pëtr Alekseevič 1842,1921
Mi ero promesso di non intervenire mai in questo mio blog in questioni direttamente politiche. Mi contraddico e parlo in prima persona, fatto questo che mi dà un certo brivido, come il primo tuffo dall’alto di una roccia per quanto di modesta altezza.
Rileggo per caso la biografia di kropotkin. Chi era costui sarà certo la domanda di molti. Un rivoluzionario, uno dei padri di una rivoluzione affogata per mancanza di uomini. Fu un aristocratico russo, molto aristocratico, imparentato con lo zar, ufficiale cosacco, vide in siberia il sistema di sorvegliare e punire su cui si basava e si basa tuttora qualunque regime. I regimi sono sempre qualunque, è la loro forza. Ingannano con la loro aria pop e il loro lusso. Ai suoi funerali una folla di moscoviti partecipò issando mille bandiere nere, le bandiere degli anarchici che allora non erano ancora e di nuovo destinati a morire in siberia. Mio padre lo stimava molto come inventore del comunismo anarchico, mio padre e lenin. Mio padre stimava molto chi fosse intelligente ovvero almeno molto intelligente, meglio se molto molto intelligente, per meno faticava a scomodarsi, e chi avesse idee. Mio padre morì avendo prodotto una discreta quantità di idee e nessun successo personale tranne quello di avere vissuto consumando tutte le sue risorse per vivere come desiderava, eticamente; è morto tanti anni fa, lo feci bruciare con la sua camicia rossa di partigiano. Le sue idee non sono andate in fumo, non ancora, sono io, in discreta parte. Leggo d’altra parte che signori e signore il cui unico pregio è di comprare treni e farli correre su e giù per la penisola o di addobbarsi casette in canadà di marzapane bianco come il loro lifting decidono sulla scorta di molti esempi indigeni e internazionali di entrare in politica, come se equivalesse a varcare la soglia di qualche lussuoso albergo di roma, proprietà del vaticano, dove una camera per loro è sempre prenotata. La stampa borghese plaude unanime. Assisto incolume per fortuna, e inerme mio malgrado, al passaggio di un ricchissimo monarca assoluto per la città che con molti sforzi abito, da qualche parte però occorre pur stare, tra ali di borghesi lombardi che, ignari di tutto da sempre, battono il tempo del ce n’est qu’on début continuons le combat avendolo trasmutato nelle loro testoline alchemiche in saluto al papa, e ali di poveri che appena appena osano pigolare sull’immane spesa pubblica occorsa per orchestrare e realizzare la visita del santo papà. Il sindaco conquista il cuore dei cattolici. Ma sono felici perché hanno visto svolazzare l’abito celeste dei loro inappagabili desideri. Come quei pellegrini miseri e defedati che si accalcano tra deiezioni animali e umane per vedere un simpatico ometto grasso e bene rasato che li benedice, e si dice che sua santità il dalai lama emani oltre che modesto sudore come tutti gli umani, anche fascino carismatico. Sorvegliare punire e sedurre.
Io vedo che sempre maggiori sforzi sono fatti dai regimi del capitalsimo totalizzatore e totocalcico per convincere the peoples of the world to be proudly satisfied of the system which they’re embedded in; a convincerli every now and then, persino e soprattutto con le sue malefatte palesi, della meraviglia insita nel suo essere ciò nonostante, il sistema. La regola newtoniana dell’universo mondo. Il verbo caro factum. Il verbo putre fatto, so to say.
Io credo che si debba tornare a pensare comunista, quello di coloro che pensavano.
Io sono comunista e non lo sapevo bene.
Nulla contro l’articolo, ma non sono d’accordo con un paio di punti a qualche extenct. Probabilmente sono una minoranza però, lol. Grazie per la condivisione sul dascola.me.
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