Tutta l’opera lirica non rappresenta altro che una cosa, il desiderio, non l’amore per carità che è sedicente per definizione… vedi Platone Convivio… roba per adulti e a stelle spente. Il desiderio non dipende né da un oggetto né da un fine, né da un volere, da un voler potere, da un voler avere. Il desiderio coincide con il desiderio.
Nell’opera lirica non vi sono che maschere fisse. Che cosa resta da fare all’attore d’altro se non portare alla luce il desiderio. Il proprio. La proterva determinazione ad ottenere. L’emozione, il frisson, a riuscirci, da scaricare sul pubblico. In fondo pagano per quello gli astanti; incapaci di fremiti personali se li aspettano da lassù, mica il golfo è mistico per niente. La musica fa il suo mestiere, se la suona e se la canta. La domanda degli sciocchi è come interpreto maestro, che cosa devo fare maestro. Gnè gnè. Sbottonagli la patta, titìllali, per diavolo.
E grazie assai per la stimolante citazione di Huxley. Dimmi dove ti posso mandare una confezione di croccantini bio. P.
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Direi di sì, direi di no. Attenzione la mia è una sintetica analisi, per ossimoro, non un giudizio. Rappresentare il desiderio non è un malestro ma il nucleo dell’interesse, per questo musicarlo, la musica è il Desiderio. Parlo di noccioli. Del che cosa mostra un’arte, spesso sublime, o per essere precisi con la sua specifica sublimità.
Il teatro, parlo del teatro delle origini fino a Becket, nasce e muore parlato, o come diceva mio padre con qualche punta di sarcasmo, chiacchierato. Chat and badge. La logica, la dialettica, il tempo, delle astrazioni non di rado; pensa a Edipo re e alla vulgata che servì a Freud per afferrare al volo il nocciolo del suo lavoro, sono ciò che il teatro in larga misura rappresenta. Da una parte dunque esplicitazione del Desiderio, dall’altro, se vuoi la sua negazione. Riparlo di noccioli. È il metodo che condensa in sè il valore, qualcunque cosa sia se (vi) sia il valore, del teatro. Se ci pensi soprattutto nel teatro comico. La risata non è un’emozione, ma la rivelazione violenta del conflitto, quello tra la pretesa di Narciso e il suo naso che batte nel fango e affoga. Groddeck ricordi scrisse, anche le belle donne scoreggiano. E infine non c’è emozione nel teatro, teatro chat and badge, ma il raggiunato montalbanesco. La commedia dell’arte italiana può essere considerata la cottura perfetta dell’uovo sodo. Pensa alla scena di Pantalone che chiede a Zanni dove si trovi la casa di una certa bella che lui concupisce. La scena è lunghissima e tutta affidata a Zanni e al racconto per contrario di una certa casa con una certa porticina o cancelletto che però non è mai quello della bella. La scena finisce con lo sberleffo a Pantalone. Logica e tempo. Denudazione del re. Totò non ha fatto altro nella sua vita se non spogliare caporali, assunti come epitome del Re. Aspettando Godot è il vertice della chat e la sua agnitio. Interessa se interessa per quello. Per questo può annoiare o se ben detto, con il tempo giusto, far sganasciare.Lei è un cretino, s’informi-Totò.
Per tale ragione le recite oggi puntano all’emozione, alla soppressione della logica e del tempo, che la parola una volta sfuggita dal sen, per il suono, può creare o no. È la sopravvivenza del romantico e la slavina della psicologia che fa stonare. Noi, non dico io che come sai gatto sono astratto come il conte Robinson o come il tuo sguardo dall’alto del bracciolo di una poltrona, noi abbiamo un giudizio adulterato da i residui di furori uterini, maschili; lo sai che è il bipede maschio ad avere un’invidia, unica autentica, quella della vagina. Ma uno Shakespeare urlato e sbavante per far paura per ottenere VPS batte in testa, ammazza la pulizia formale dell’incastro sintattico che secondo me, rivela la bellezza. La Bellezza o per dirla con Baudelaire, La froide majesté de la femme stérile, che è quella dell’arte greca. Bella e impossibile. Ci vuole una lunga educazione per arrivare a scoprirla. La nostra arte is full of sound an fury, biasimerebbe Shakespeare se ne vedesse dei samples. Tutta l’arte peraltro andrebbe introdotta per moto contrario, dall’oggi allo ieri e ieri l’altro e…
…Avec ses vêtements ondoyants et nacrés,
Même quand elle marche on croirait qu’elle danse,
Comme ces longs serpents que les jongleurs sacrés
Au bout de leurs bâtons agitent en cadence.
Comme le sable morne et l’azur des déserts,
Insensibles tous deux à l’humaine souffrance,
Comme les longs réseaux de la houle des mers,
Elle se développe avec indifférence.
Ses yeux polis sont faits de minéraux charmants,
Et dans cette nature étrange et symbolique
Où l’ange inviolé se mêle au sphinx antique,
Où tout n’est qu’or, acier, lumière et diamants,
Resplendit à jamais, comme un astre inutile,
La froide majesté de la femme stérile.
Charles Baudelaire-Les fleurs du mal-Avec ses vêtements-XXVII.
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Non è così per qualunque forma di teatro? Emozioni per procura, senza effetti collaterali. Quelle che Huxley (Brave New World) definiva “trattamento VPS” (Violent Passion Surrogate).
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Gatto ti ho mandato una lingua replica che ho finito ora di pulire da sporchezze. Grazie per la domanda. >
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Yea aprigli la patta? Birichino
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Yeaaaaaaa Il giorno 16/gen/2016 16:01, “Pasquale DAscola” ha scritto:
> dascola posted: “Tutta l’opera lirica non rappresenta altro che una cosa, > il desiderio, non l’amore per carità che è sedicente per definizione… vedi > Platone Convivio… roba per adulti e a stelle spente. Il desiderio non > dipende né da un oggetto né da un fine, né da un vole” >
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Pasquale, sei un genio. Grazie per avermi fatto sorridere, perché solo tu ci riesci: l’ironia autentica è troppo complessa per questo ..odnom!
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Oh finalmente, dillo in giro; scherzo, non dirlo a nessuno; già mi farebbero fuori così, figurati se si risapesse, scherzo di nuovo, grazie di cuore. Baci. P
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