L’icona del prof. Recalcati [1] serio serio sotto la sua barbiccia dottorale da campus o da camporella, tra l’agitarsi di chiome boschive dell’Anonima Aretina e dell’Innominabile Rignanese, mi conduce analiticamente, ad associazioni plurime; all’immagine di Freud che discuta di scienza ebraica con Baldur von Schirach, Gauleiter di Vienna (cfr. in Treccani, Von Schirach, Baldur), di Einstein che chieda asilo all’ambasciata giapponese dopo Pearl Harbour, di Turing che parli a un convegno di mamme contro l’omofilia. Benché negare, sempre analiticamente parlando, possa voler dire il contrario.
La trahison des clercs, il tradimento dei chierici, che i chierici agiscano, tradiscano da malfattori come gli altri, è un fatto antico denunciato da Julien Benda, in un bel libro con questo titolo, nel 1927 figurarsi. Antico il libro quanto l’analogo e casereccio costumarsi dell’italico intellettuale al palazzo, alla corte cui si assoggetta, sempre per parlare psicoanalitico, con grande desiderio e godimento. Travestiti che ballano il tango dei potenti [2], anzi di prepotenti, forse sperando, nello specifico, che scendano al ruolo di impotenti secondari, date per scontate ab initio le isteriche, le algide, le cunnilugenti, e dunque di ricchi clienti per apposite, lunghe e costose terapie di parole. Su tutto domina la legge del mercato librario. Chi pubblica e pubblicherà per la Feltrini & Pennelli vendere e venderà in Ewigkeit. Anzi in Ewig-kit.[3]. Vendere e venderemo. L’etica indolenzita ma viva, presso altri s’intende, subisce l’omissione, per non dire, sempre analiticamente, la forclusione o Verwerfung [4]
Devo dirlo, fossi studento del profesur mi ritirerei dal suo corso, consapevole dei bastoni che potrebbe mettermi tra le ruote della mia tesi ma con un zinzinnin di voglia di bucargli le gomme alla Mercedes, nonché rigargli le portiere, nonché versargli zucchero nel serbatoio. Fossi suo paziente, ‘Scolti dutur, lei preferise Rensi alla sua scienza, si tenga Rensi, lü ch’el me faga el cónt, il conto e tanti saluti al sò Telemaco.
La domanda di cui appunto il Benda si fa portatore e risponditore è se all’uomo di cultura e di scienza, di lettere e pensiero, sia lecito farsi guardiano dei Proci, o dei porci, divo del proprio film o filosofo gondoliere, abile e pronto a traghettare quassicosa purché vincente, nazionale, razionalmente dimostrabile da una razionalità patologica, a passar ovunque ponti ove il pan non manchi pur di non sventolare mai la bandiera bianca [5] del proprio ego.
Chi scrive, l’ego di là dallo schermo Macintosh, pur apprezzando molto la prosa di Paul Claudel ha sempre pensato che del di lui appoggio feroce al franchismo avrebbe fatto argomento razionale per la lama della ghigliottina e che del pure savio e intelligente Gentile, i colpi di rivoltelle che misero fine al suo peana vivente alla repubblica di Salò furono ben tirati. Fu un peccato, fosse stato più giovane, il filosofo avrebbe potuto essere conservato per scrivere elogi di qualsiasi governo, di qualsiasi giovanilismo, su su fino al non meno repubblichino, di Renzo & Bugia. È tutto per oggi, domani o dopo e dopo ancora vivremo in una copia conforme della turchina Turchia. Ma è il popolo che lo vuole. Di esso meglio non fidarsi dunque. Amen e arrivederci.
Nous disions plus haut que l’humanité passée, plus exactement l’Europe du moyen âge, avec les valeurs que lui imposaient ses clercs, faisait le mal mais honorait le bien. On peut dire que l’Europe moderne, avec ses docteurs qui lui disent la beauté de ses instincts réalistes, fait le mal et honore le mal. Elle ressemble à ce brigand d’un conte de Tolstoï, dont l’ermite qui reçoit sa confession prononce avec stupeur – Les autres, du moins, avaient honte de leur brigandage; mais que faire avec celui-ci qui en est fier! – [6]
Vero, caro Pasquale, per il Recalcati e numerosi altri ma non per tutti.
Questo non va dimenticato.
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Certo, ma qui si tratta di lui, di un divo, appunto dell’intelighentsia, tale che spreca sè a illustrare il mito di Telemaco alla Leopolda. Doppio cortigiano, lui e ciò che ha pensato. Non da meno il Cacciari che si dice disgustato dalla querelle ma voterà come tutti per insipienza morale. E questo, a chiunque si investa da sè o per voce comune di un ruolo guida, è difficile da perdonare. È tradimento. E il tradimento resta una brutta faccenda. Se pensi a Céline, credo che il caso sia diametralmente opposto. Domenica vado a votare e poi a nascondermi. Caramente. P.
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Sì Leo carissimo, è grave il male; è un’involuzione dell’essere da sociale a nazionalsocialista. Sai che io vedo il peggio di ogni fatto. E lo dico. Ora e sempre Resistenza?
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Cortigiani, vil razza dannata…. Mi pare non ci sia altro da aggiungere
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