…Un viaggio della Yourcenar[1] in Friuli non c’è mai stato e di sicuro quell’accademica di Francia, di là dall’esercizio di un turismo cóltissimo e piùchecurioso, non si sarebbe interrogata sulla lingua da utilizzare e come e perché; ne avrebbe scritto nel suo francese, come usava Manzoni del resto tra sé e sé, come Rilke nel suo tedesco non scrisse di Duino, come Saramago nel suo portoghese scrisse Viaggio in Portogallo. Proprio al nostro mondo italico mi pare invece l’avere negli italiani e nei loro cadetti, i dialetti, le proprie armi, intese come blasone, denso ordito di relazioni, e come strumenti che ci interrogano. Da cui Gadda o Busi o Camilleri, benché di quest’ultimo, più di qualcuno sia magari poco disposto a riconoscere quella che si chiama grandezza. Premesse le premesse mi fa piacere dire qualcosa di un libro che ho appena letto e che arriva dal Friuli per l’appunto, Anna dei rimedi, della dr.ssa… mi concedo il vezzo e il vizio germanico di addottorare chi dottore lo è… Marta Mauro, Forum edizioni-Udine. L’opera in questione mi ha dilettato e, subito affrontate le prime pagine e le prime difficoltà, ne sono scaturite associazioni che la lettura completa mi ha confermato e tali che scriverne è un di-lettura seconda. Opera letta con passione particolare perché motore del lavoro è per l’appunto la lingua, come di ogni opera che sia tale e quindi non ridotta a balbettamento in italiese, giornalesco o ameriliano. Lingua furlana in questo caso, in sé e per rapporto all’altra, l’italiana, con cui l’autrice ha voluto fare i giusti conti, usando quest’ultima come sfondo, o fondo per a fresco, di un tono medio, molto brechtiano, e tale da fare risaltare i tasselli, le inserzioni della prima, ma mescolando nel narrare le due senza soluzione di continuità, ovvero passando liscia liscia dall’una all’altra. Diversamente dal camillerese, il furlano non si presta a una comprensione intuitiva e costringe alla pausa, al rimando alla riflessione; chi mai può capire che cosa sia un sedòn, ammesso che sia corretto l’accento, per cucchiaio, e che cosa e come indovinare la pronuncia di seglâr, acquaio, con quel segno diacritico sulla a di poca, per non dire nessuna affinità con l’italiano, almeno per come si è andato ortografando da Metastasio in poi. Usare quindi il furlano, lingua complessiva oltre che complessa, alpina, contadina… i miei nonni di Cividale, emigrando in Francia, saltarono da quello al francese senza passare per l’italiano che conoscevano male e meno del tedesco dell’impero absburgico… usare il furlano, lingua in bilico sul passato, nel mio immaginario, rivela qui il tentativo di infilarsi nella trama, il racconto narra anche di tessuti e tessitori, della lalingua[2], appunto ma non credo soltanto, per declinare un passato che, nel racconto si accende alla data del primo gennaio 1700. In ciò consiste per me il déclic dell’opera, la sua trovata; nel senso proprio di qualcosa che si trova, che affiora e si ritrova e si riporta alla luce. L’operazione è un’analisi e il discorso non evita, anzi credo cerchi di farsi e mantenersi saggio su un luogo epìtome, la Carnia, isolata, grazie a quella data di inizio, tra la statica dell’eterno e la dinamica del divenire; tra il mondo degli dèi, dell’animismo proprio a tutte le culture legate alla terra, alla stagione, alla natura, che l’evoluta superstizione del cattolicesimo, ideologia e stile di pensiero adatto al contenimento e dunque al potere, ingarbugliò e conquise abilmente dovunque, a partire dalla Roma dei Cesari, senza per fortuna mai riuscire a strangolare, nonostante un eccesso di buona volontà, anzi alla fine favorendolo e agglutinandolo al suo olimpo di santi, lugubri, noiosi e buoni ma pur sempre abbastanza divini; in ciò sta da un punto di vista mitico o antropologico il vantaggio cattolico romano e il suo tentativo di far evolvere la cultura in civiltà, una civiltà peraltro assicurata da un ombrello di terrore più che di vantaggio civile, garante dell’uso, dalla tradizione acritica e acefala… tutte cose in cui ci ritroviamo leggendo bene tra le righe la cronaca dell’oggi… tra istanze del soggetto e discipline del gruppo; dove è il gruppo a vivere davvero fino a far perire, mi pare che i libro induca a bene intuirlo, a dispetto del singolo il cui rilievo è minimo per rapporto alla sostanza del gruppo che delle sue regole, così ben specificate da statuti vestiti almeno in parte di necessità, fa propria difesa senza mai porsi la questione di un mutamento. Anna invece è la predizione del mutamento, allestito da tre trapassi dolorosi al simbolico, da tre scene di separazione, di buchi, Anna, Anna dei rimedi, che si seppellisce nella buca del bosco… i misteri di Mitra[3] ne sapevano… il suo matrimonio con il foresto, il cuc-olo, che la buca e separa dalla casa per un altrove limbico quanto la buca nel sottosuolo, e la separazione dal marito grazie alla morte di lui, buco tombale sul cui orlo avviene una nuova e del tutto diversa nascita per Anna, la medisinaria, la strega del Michelet[4], l’Altra annunciata dal prodigio della sua nascita biologica, con la camicia. Il passaggio al simbolico è sempre violento direbbe qualcuno. Che cosa succede ha poca importanza e succede seguendo una scansione di ovvietà, ma non quella di una gravidanza di Anna, molto bene messe in luce dai titoletti che aprono ad arte ogni volta i brevi capitoli di ognuna delle tre parti del lavoro. Il tre conta qualcosa nell’aritmetica letteraria. Il volume ha un’indispensabile vocabolario finale oltre che una ricca appendice di note esplicative, necessarie a chiarirsi su questioni molto di botanica medisinaria, diritto, storia, costumi e lingua. Un libro ricco di segni che credo sarebbe piaciuto a Frazer[5].
-
Recent Posts
Archives
- May 2023 (7)
- April 2023 (9)
- March 2023 (4)
- February 2023 (6)
- January 2023 (6)
- December 2022 (4)
- November 2022 (8)
- October 2022 (3)
- September 2022 (4)
- August 2022 (3)
- July 2022 (8)
- June 2022 (4)
- May 2022 (6)
- April 2022 (4)
- March 2022 (6)
- February 2022 (6)
- January 2022 (4)
- December 2021 (3)
- November 2021 (7)
- October 2021 (5)
- September 2021 (5)
- August 2021 (3)
- July 2021 (3)
- June 2021 (4)
- May 2021 (7)
- April 2021 (3)
- March 2021 (3)
- February 2021 (4)
- January 2021 (4)
- December 2020 (5)
- November 2020 (5)
- October 2020 (5)
- September 2020 (3)
- August 2020 (3)
- July 2020 (8)
- June 2020 (4)
- May 2020 (7)
- April 2020 (8)
- March 2020 (5)
- February 2020 (7)
- January 2020 (7)
- December 2019 (7)
- November 2019 (8)
- October 2019 (6)
- September 2019 (4)
- August 2019 (7)
- July 2019 (13)
- June 2019 (10)
- May 2019 (12)
- April 2019 (10)
- March 2019 (11)
- February 2019 (9)
- January 2019 (5)
- December 2018 (6)
- November 2018 (4)
- October 2018 (9)
- September 2018 (6)
- August 2018 (3)
- July 2018 (6)
- June 2018 (7)
- May 2018 (6)
- April 2018 (4)
- March 2018 (5)
- February 2018 (5)
- January 2018 (4)
- December 2017 (3)
- October 2017 (2)
- August 2017 (1)
- May 2017 (2)
- April 2017 (3)
- March 2017 (5)
- February 2017 (3)
- January 2017 (3)
- December 2016 (5)
- November 2016 (2)
- October 2016 (3)
- September 2016 (1)
- August 2016 (3)
- July 2016 (3)
- June 2016 (5)
- May 2016 (6)
- April 2016 (4)
- February 2016 (6)
- January 2016 (8)
- December 2015 (9)
- September 2015 (2)
- August 2015 (3)
- July 2015 (4)
- April 2015 (1)
- March 2015 (1)
- February 2015 (2)
- December 2014 (2)
- November 2014 (1)
- October 2014 (1)
- September 2014 (2)
- August 2014 (1)
- July 2014 (1)
- June 2014 (1)
- May 2014 (1)
- April 2014 (1)
- January 2014 (1)
- December 2013 (1)
- August 2013 (3)
- July 2013 (6)
- June 2013 (6)
- April 2013 (2)
- March 2013 (1)
- December 2012 (1)
- November 2012 (5)
- October 2012 (3)
- September 2012 (2)
- July 2012 (2)
- June 2012 (1)
- April 2012 (1)
- March 2012 (1)
- February 2012 (1)
- January 2012 (2)
- December 2011 (2)
- November 2011 (4)
- October 2011 (3)
- September 2011 (7)
- August 2011 (4)
- July 2011 (3)
Categories
Blog di Pasquale D’Ascola
Blog di Pasquale D'Ascola is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.-
Join 818 other subscribers
LOG IN
-