Ritratti da Shakespeare

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…volti fatti della stessa sostanza di cui son fatti i sogni, per citare il finale della Tempesta… Manuela Maspero-Libooks- Cantù 10 marzo 2018

C’è qualcosa di svizzero mancato a Cantù, grazioso cuntì cantà, un merlettino, del resto specialità dicono qui; stradine graziose, collinette graziose, cortesia rude e tutte le scuole del sistema scolare, 17 chilometri e sarebbe stata Cantù Ticino. E c’è una libreria a Cantù, la Libooks, fortezza bastiani, cellula di resistenza… contro lo sfàkelos, σφάκελος… di libri per l’infanzia e oltre, oltretutto, qualcuni magnifici, frutto di cimento e d’invenzione.

Facile dire fare e baciare di cultura, a Milano malanno, carino, carino dicono al sopramercato del sapere, niente, ma darsi arie di Nuyork molte, mì là no, carino il film, carino lo spettacolo carino il libro, sempre l’ultimo, la mostra, carina, il ristorante, carino, elles che allattano pupi à deux tetons, calzoni sigarini e malleolini pour eux, fighini, sbarbini, prezzi nella norma, ci aspettavamo di più, Milano è trippa per gli advisors, ciao, facile inzepparsi di cultura lì, roba finta, vita finta, tatuaggi e eja eja ullalà, marketing e comunicazione, cultura carina, niente a che vedere con il mondo dei più che è  caprolalòlogo uguale ma non fa finta. Un pascolo.

E a Cantù la Libooks è una missione in Cina, 1905, una San Pablo senza Candice Bergen e Steve McQueen, un avamposto senza posposti, ponti tagliati con il carino delle città culturali. Davanti la turrita Como. Sicché tenere aperta un libreria a Cantù… e che libreria, vera scicccherìa, poltrone, chiacchiererìa, esposizioni, conferenzerìa, pieno centro di una distesa geometrica di benestàr intorno che … ebbene è un atto di fede da parte della titolare, credo anche proprietaria, signora Manuela Maspero. Che ne organizza di ogni. Da due anni, il secondo questo, un premio a stretto giro di scuole d’arte. Illustrare Shakespeare. Giuria d’arte, presidente la signora Desideria Guicciardini che ha titoli da vendere e poi e poi. Fa tutto da sola Manuela Maspero. Altro che carino e carina,  altro che ah eh ih oh uh e parliamone, telefonami, a Cantù è un bagno di i’ che c’è c’è cada dì. Il resto inventarselo. E il premio, patrocinato dal Comune, qualcuno l’abbia in gloria. Una bella brossura per cui mi ha chiesto la signora Maspero, quest’anno di scrivere qualcosa a proposito del ritratto, detto fatto ringrazio per la richiesta, scrivo volentieri per i volonterosi, ritratto shakespeariano, fantasie shakespeariane, tema di quest’anno, così eccolo qui. Riporto per gli appassionati di misteri.

Chi è buono, ne fa ritratto.                                                                                                    Proverbio toscano

Se si guarda all’arte di ogni epoca e luogo, si noterà che il ritrarre, anche bufali e tigri è, ed è stata la principale delle occupazioni dell’arte, da Altamira in avanti fino e oltre Henry Cartier Bresson, il gran fotografo che, attenzione, asseriva la propria, persino timorosa incapacità col ritratto. La questione, infatti mi pare intrecci il che cosa ritragga il ritratto, al perché col come; un nodo Borromeo. Soffermiamoci a caso su uno qualsiasi degli innumerevoli esempi di ritratto in pittura – ma che cos’è una natura morta se non un ritratto –  e domandiamoci che attrazione su di noi eserciti, evitando con onestà di pastrugnare nella borsetta dei luoghi comuni alla ricerca di una risposta precotta e surgelata; è l’adesione al vero dell’artista che ci interroga, e se mai soddisfa dopo averci sedotti, o è piuttosto la percezione sintetica di qualcosa, ma che cosa ma che cosa… forse quel che non c’è. Ho l’impressione infatti che il nodo del ritratto, e alla fine credo di tutto l’affannarsi dell’arte, fin dell’arte cosiddetta astratta – domandarsi se il quadrato nero di Malévic sia o no un ritratto – stia nel segnare un’assenza, una mancanza per essere più precisi. Il ritratto indica, e scoprirlo tocca a noi se possibile, ciò che non c’è, che non è qui, persino ciò che non è, se per non essere intendiamo l’indizio di un futuro che sempre non è. Il ritratto ritrae un’aspettativa, annodata al desiderio nel tempo. A chi guarda, vedere.

Qualsiasi opera di un uomo, si tratti di letteratura o musica o pittura o architettura, è sempre un suo ritratto.                                                                                                                  Samuel Butler – 1835-1902

Il nodo Borromeo

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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2 Responses to Ritratti da Shakespeare

  1. Biuso says:

    Sono questi luoghi, queste persone, questa tenacia, a rendere abitabile il mondo.

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