Desideria Guicciardini – Le due Parche©
Martedì 12 giugno Sala Verdi del Conservatorio di Milano.
Via Conservatorio, 12. Ore 21.
Il circo delle fanciulle
Musiche di Leonardo Damiani – Regia di Cristina Rosa
Ingresso libero, uscita a piacere
Con quel piacere elegante che l’età riserva, nella sua ritirata da quei grossolani territori che un’altra età propaganda propri, segnalo con certo anticipo questo piccolo evento, Luft und Duft, vento e profumo, ovvero Il Circo della Fanciulle, dello scrivano noto quaggiù; un’operettola, reciterà il programma di sala al suo apparire. Ne sono attori, in senso proprio, lato e stretto, tutti gli studenti della mia ultima classe prima della sospirata pensione, se mai me la togliessero, e alcuni altri che miei come gli altri non sono ma insomma volontari; non posseggo peraltro studenti, se mai il contrario, benché sappia guardarmi con acume dai possessi di qualichisiasi la natura.
È una gioia particolare, moderata, adatta alla riflessione, quella che mi induce a dire di questo lavoro ad oggi ancora in allestimento, tra miriadi di difficoltà; salvo eccezioni, il mondo di oggi è sordidamente sordo al teatro, di cui confonde l’apparenza per la sostanza, ignorandone la consistenza; le accademie d’arte non sono esenti da questo atteggiamento; la prossima catastrofe, un bradisismo in prova, non sarà né nucleare né ecologica ma estetica… Vous m’en direz des nouvelles… Attori musici i giovini, cantori, fantasisti ottimisti, una regista alchimista, tutti baccellieri assistiti da chi scrive con affetto ringhioso; è ovvio che la mia si scontri con la loro testa, priva di ossequio al passato; la mia è debitrice di chi mi ha creato superando lo spavento delle cellule una nell’altra, e di chi mi inventò poi, i tre maestri che ho avuto, le mie Moire, Francesco Rissone, Filippo Crivelli più uno sconosciuto, tal Joseph Lax di Bucarest, la cui eredità ho cercato nel corso del tempo di trasmettere, con maggiore o minore successo. Ebbene questo Circo è il risultato; a dispetto dell’esito di pubblico e di critica del pubblico, Oh carino carino, che si conduce asso piglia tutto e cercherà di spiegarsi, anzi cercherà con puntiglio le pieghe e le spieghe, Interessante, i significati oh oh, avvezzo com’è a non guardare ciò che vede e a non ascoltare ciò che sente, al commercio insomma con ciarlatani, tribuni della plebe e labbrismorti. Ma gli studenti, tra un urlo, uno sclero, e una carezza, oh che bellezza. Sono pieni di difetti, lo so bene, ma che begli abbozzi, che bei difetti. Il tempo li sbozzerà o vinto l’abbozzerà. La stagione di oggi, con i suoi incerti e questo lacerto di libertà che è la loro operettola, è il loro sabato. Per poco che duri, lieve sia loro poi ogni domenica*. Amen.
Personaggi e interpreti
Buon teatro e buona musica, Pasquale!
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Se sarai a MIlano, sarai gradito assai. Grazie Alberto
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Sono riuscito a esserci e sono stato coinvolto dalla freschezza, gaiezza, ironia, esattezza di questo tuo e vostro spettacolo.
Il testo come martellante allegria del senso (sì, del senso).
La musica di Leonardo Damiani discreta e insieme potente accompagnatrice.
La regia di Cristina Rosa ha dettato tempi fondamentali per il testo e per le musiche, traendo da ogni interprete la vita.
Gli attori tutti immersi nel loro ruolo e nell’intero. Un apprezzamento particolare e personale a Elisa Dal Corso, capace di incarnare l’intera scala dell’espressività, restituendo tutto il divertito rigore del teatro.
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Caro Alberto, ti sono cento volte grato per gli attori. La martellante allegria del senso( sì del senso) è compendio su cui ci intendiamo e te ne sono grato io per me. Un carissimo abbraccio. Psq
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