Osservo con piacere le espressioni di gradimento, i succinti like, che di tanto in tanto, non di rado, fanno da corollario alle mie comparsate in questo blog che, parimenti deve a visitazioni fortuite e volonterose il piccolo ma costante incremento di suoi followers o, come dire, seguaci. Non sono in corrispondenza quasi con nessuno di costoro e il render loro l’interesse che dimostrano per questo sito costituirebbe l’occasione per un contratto di lavoro a tempo pieno. Impossibile per chi ne abbia già almeno uno. Ma tutti i miei misteriosi visitatori sappiano però che non poco sono lieto per la curiosità di cui mi fanno gradito e non meno fortunato dono. A tutti dunque grazie.



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About dascola
Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu piccino privato come di stringhe e cravatta dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo e forse un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi a Bell’agio proprio tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, per dirla alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.