Ὣς οἵ γ᾽ ἀμφίεπον τάφον Ἕκτορος ἱπποδάμοιο.Iliade- Omero XXIV, 804
Così onorarono la sepoltura d’Ettore domatore di cavalli – Trad. R. Calzecchi Onesti. Einaudi
La cosa migliore che può fare un anziano in pensione è starsene a casa, mi è stato detto e chi l’ha detto ha ragione; ammalarsi da vecchi improduttivi significa certo dare lavoro a giovani medici ché facciano pratica, danni più di tanti non vedo come, ma è pur vero che ogni pensionato schiantato in un letto a tossire, rantolare, sottrae un letto a qualcuno; se a un più vecchio sullo stendere, può essere tragico, accanimento terapeutico (av)verso la specie, se a un giovane valido, magari un cretino, una domanda, vedremo quale, ci interroga. Enea si porta sulle spalle Priamo, lo zaino del passato e di un sapere ma, ha osservato con sagacia un mio amico, la nostra generazione postbellica è l’ultima delle colte e la prima delle ignoranti; cosa vuoi trasmettere, la mia memoria è uno scavo archeologico disseminato di frammenti fittili e ossei, non tutti combaciano, il poco integro l’ho trasferito, molto en passant ai figli, e per dovere ad alcuni allievi che ancora mi lodano, poveretti; il loro poco deve essere loro sembrato una voragine da riempire col mio. Amen, what’s done can’t be undone. Un altro amico e della mia esatta età, continua da pensionato a fare il medico dei poveri. E va lodato, lo lodo, lo invidio. Il sapere del medico fa comodo sempre. Priamo querulo va a richiedere il cadavere del figlio, Ettore, bella forza ce l’ha lasciato lui alla guerra; atteso che l’altro figlio, il Paride vezzoso l’ha provocata… la belle Helène, fa il piasè Parìs. L’Iliade illustra un stolida pratica, dimenticata ogni volta, ma consolidata nella mitologia a partire da Cronos, il signor Tempo; di padri che se magnano i fioi, anche non loro, e di eone in eone, e si entra nella storia, di vecchi infiocchettati che ne mandano a morte milioni per far cosa, difendere i confini, conquistare territori e, da ultimo, ecco qui, a far argine a un puffo malvagio tutto zuffi e pennacchi anche lui, bah. Soldati spagnoli aprono, ieri non so o l’altro, le porte di una casa degli orrori, corpi vili abbandonati a sé stessi, immaginarsi anche il tanfo, dal giovane personale della loro guardia, morti non pochi; tutti scappati a loro case coloro, non i morti, a badare a neonati, preparare pappe e merende, non escludo a sfruconarsi per il proprio bel diletto e bene della nazione, sai mai che uno spermicolo s’introfuli in un ovulvolo e spedisca al mondo un pensionato a venire. Soldati giovani si abituano alla vista dei cadaveri. È scuola anche quella. Ma che esempio, che sapienza offrono vecchi silenti, cullati come bambini e del tutto inetti a distribuire un che di sapere ad alcuno. Me sto a casa, mi curo, e un esercito di gente a me d’intorno si batte per me; non solo, lo so, si batte per sé, e questo compensa il fastidio che mi procura il sapere di tutto questo battersi cui non contribuisco in nessun modo se non… I figli amano, le loro babbe e mammi e vogliono pare conservarci, posti di fronte forse all’attualità della nostra scadenza probabile; tutti Enei poverini, ma perché per fondare che cosa, bella la domanda, che il mondo è corroso come una palla di ruggine che affonda da dentro. To be or not to be, Amleto risposte non ho, ma mai come adesso risalta l’audacia della tua questione che qui sottopongo alla prova del lettore, non traduco, sarebbe come spiegare l’incompiuta di Schubert; tempo ce n’è, si arrangi il singolo a mettersi a propria misura l’impellente domanda per un urgente esame di maturità del genere umano. Shakespeare, to be or not to be, Hamlet AIII/SI… Oxford University Press, 1928
To be, or not to be, that is the question:
Whether ’tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take Arms against a Sea of troubles,
And by opposing end them: to die, to sleep;
No more; and by a sleep, to say we end
The heart-ache, and the thousand natural shocks
That Flesh is heir to? ‘Tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep,
perchance to Dream; aye, there’s the rub,
For in that sleep of death, what dreams may come,
When we have shuffled off this mortal coil,
Must give us pause. There’s the respect
That makes Calamity of so long life:
For who would bear the Whips and Scorns of time,
The Oppressor’s wrong, the proud man’s Contumely,
The pangs of dispised Love, the Law’s delay,
The insolence of Office, and the spurns
That patient merit of the unworthy takes,
When he himself might his Quietus make
With a bare Bodkin? Who would Fardels bear, [F: these Fardels]
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscovered country, from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will,
And makes us rather bear those ills we have,
Than fly to others that we know not of.
Thus conscience does make cowards of us all,
And thus the native hue of Resolution
Is sicklied o’er, with the pale cast of Thought,
And enterprises of great pitch and moment, [F: pith]
With this regard their Currents turn awry, [F: away]
And lose the name of Action…
Qui da ascoltare Adrian Lester in un’edizione accademica quanto impeccabile https://www.youtube.com/watch?v=muLAzfQDS3M
E per concludere, per curiosità, ammirazione (mia), e diletto offro qui questa bella e breve, brave, panoramica di un paese lontano lontano, Nanchino, abitanti 8,5 milioni… https://video.corriere.it/esteri/cosi-riparte-cina-la-fine-contagio-plastica-dappertutto-app-mascherine-drone-controlla/ce7597cc-6dcb-11ea-9b88-27b94f5268fe
p.s. Leggo che il Papa invita a pregare; impeccabile nel suo mestiere ma la perplessità che l’invito induce nei libertini sarebbe se crede davvero a quello che dice o se, senza far nulla di senso compiuto, si limita a mentire; e allora chi mente si propone alle mente di un bimbo come nel Macbeth, sempre quello di Shakespeare…
Macbeth. aIV/sII Lady Macduff, her son
Son. What is traitor?
L.Macd. Why, one that swears and lies
Son. And be all traitors that do so?
L.Macd. Every one that does so is a traitor,
and must be hanged.
Son. And must they all be hanged that swear and lie?
L.Macd. Every one
Son. Who must hang them?
L.Macd. Why, the honest men
Son. Then the liars and swearers are fools,
for there are liars and swearers enow to beat the
honest men, and hang up them…