Anarco-fascismo & fascio-anarchismo

Et à la fin de l’envoi en blaguant je blogue*. (Edmund Restant).

Ecco due espressioni sulle quali si potrebbe meditare domani o dopo con gli ospedali pieni di tubi e intubati, di personale allo sbaraglio, ma è sempre successo, di filosofi e primm damazz di Distroppìa che pontificano, libertà libertà libertà, Lalibertà è dei pazzi, disse Lalacan, Venite in psichiatria avederla in azione ( j’en dirai j’en dirai j’en dirai), e perché si sa, hanno mangiato la merda del mago, lor signori sanno, e sono liberi liberi liberi, a sessant’anni di trovare complotti e novi e deci, fare propaganda contro il governo che garantisce loro la paga mentre intorno ragazzi e generici, tenori soprani e ballerine di 30, chi lo sa se saranno garantiti dalla Confittustria che per voce del suo Capone Bonomine Patris dal sigaretto ritto, proclama la necessità di libertà libertà libertà, di fare delle persone un personale impersonale, chi c’è c’è, viva la libertà ineguale, golf e yacht club, fraternité biomédicale, di tutto il mondo unitevi.

… Si fa ma non si dice si fa poi si rifa…

Il prossimo travestimento di Salvini per alèuìn, nota festa brianzola sarà da anguria e la melona, lè  la bestia de maggior riguard di ogni marchesa che se la riguardi sullo specchio o sul paracarro, oh forsennata gioia di pensiomorti fasisti che leggono Liberò, liberò liberò. Marò.

… Si fa ma non si dice si fa poi si rifa…

Ho caricatori di ‘ffanculo in canna. Tremila. Posso baRRicarmi in casa. Ma tra 17 righe shhhhh taccio, e solo in finale di partita noto, di tutti questi anarco fascisti o fascio anarchisti col pettinino e lo sguardo infatuato davanti agli specchi, c’è pieno, che blaterano in tondo e spaccano con metodo, si aspetta l’onda che sale da da da tanta parte d’Italia a Malanno o Tortino, a Triest und Venedig, vedrai vedrai, comprano tricolori e bandiere rosse da bandierai così al burraco sono contenti di, Gli vedi i communishta shon shempre i shtessi altro chè. ( slabbrare per bène la è che più aperta non si può stile escort).

… Si fa ma non si dice si fa poi si rifa… 

Meremma puttana. ‘Tenti né, voglio vedere se un presule si indigna per la maremma. O un bùttero. P.E.G.D s’era promesso di starsene zitto e lo ha fatto in tutti ‘sti mesi, non avendo diritto diritto diritto nemmeno alla vaccinazione antiflu, rifarà l’antitetanica tant’ per vaccinarsi da qualcosa se morde, e nemmeno alla flebo di merda di un Dulcamara. Sa solo il poco che riguarda l’arte e in particolare la sua, di quello, sbagliando può parlare, ma quando si arrabbia anche se non ha verità verità verità un quai rubinetto deve aprirlo pur esso, è la ragione che a furia di stare compressa, segnala che la pappa l’è cotta mentre inTRono si dà fuori di melóne, balcóne, cabina, cinquina sulla ruota di Bar. Ecco fatto. Over.

* e giunto al fin della licenza irridendo bloggo

About dascola

P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
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