Mah
Replico colletivamente ai commenti fatti al post di ieri, commenti per i quali come sempre sono grato ai loro estensori. Un commento argomentato e ben costruito, anche contrario alla direzione data al post è, come in ogni conversazione civile, un nutrimento al discorso. Un po’ come al biliardo. Ciò dettto, stamane presto ho mandato a tutti coloro da ascoltare la rassegna stampa di Francesco Costa sul Il Post, mia testata italiana on line di elezione.
L’intento è quella di offrire il destro a tutti per modellare una sorta di opinione comune di là dalle mie posizioni oltranziste, posizioni che so benissimo Inattuali ; ma sono posizioni di un inutile letterato che vive con angoscia e desolazione il presente e vede con orrore il futuro che rotola a capofitto su un piano inclinato sul quale alloggiamo temporaneamente tutti. Interpreto il discorso di Taschera e ne condivido del tutto lo sconforto di chi vede i chiorbini di figli e nipoti dormienti nel sonno dei giusti e sa che se li è già mangiati. Come un conte Ugolino che giochi di anticipo. Non ho molto da aggiungere.
Peraltro: non so quante sono le auto in circolazione, ne vedo l’enorme massa. Basti per tutti venire a vedere qui a Lecco una domanica dalle 16 in poi, quando sembra che tutta la Lombardia abbia girato le chiavi di accensione senza potersi mettere in moto di ritorno per tornare a valle. (Nota bene: per percorrere i 30 chilometri da qui a Bergamo occorrono 2 ore circa; del treno minga fidass). Vedo i scimmannati motorini che scoreggiano in modo molto più rumoroso di quanto potessero fare i dinosauri – quelli molto meno numerosi sulle terre emerse di quanti sono i due ruote oggi solo qui a Lecco, ma ripeto cifre non sono in grado di darne, non è il mio mestiere – . Posso credere che il gran danno all’ambiente lo fanno le industrie, sono sicuro che ogni dire perde, in bene e in male, in gioco col fare. ( Mi spiego : se ti dico, Ti ammazzo, sono violento, nutro pensieri neri su di te e me li tengo ma non faccio danno quanto col passare all’agito, come dicono gli psic, nevvero?)
Sono grato a chi fa poco, a chi spala il fango ma lo fa. Sono sicuro, con qualche ragionevole dubbio che presto la Romagna tornerà a spalettare invece cumuli di gelati artigianali a torme di turiste finlandesi in cerca di italiani brava gente, sole, piadina e pizza e abbronzati rapidi. Me lo auguro davvero. Auguro tutto a persone rappresentate credo in bene da quel pianista ravennate che secoli orsono mi disse, Noi qui siamo ben diversi dagli emiliani e molto, intanto non abbiamo il dono della loro arroganza. Vabbè divago. Concludo. Ricordo a tutti che il mio, parafrasando un titolo di Tom Stoppard è uno, Speaking up in anger. Parlare con rabbia.
Grazie per il tuo post e per gli interessanti commenti di Taschera e di azsumusic. È un argomento affascinante perché estremamente complesso. Si apre un ventaglio incredibile di tematiche che a loro volta generano un ginepraio dal quale non è possibile uscirne con una soluzione condivisa. Ma ė qui che si gioca tutta la partita perché i nodi sono arrivati al pettine.
Vado a braccio e inizio anch’io con una provocazione: mi sono rotto di sentire espressioni come “impatto ambientale”, “chilometro zero”, “ecosostenibile”, “ecofriendly” e così via. Cose da peripatetiche! Il genere umano, per sua natura, non è ecosostenibile (ė una critica al genere umano, ovviamente).
In molti, politici in particolare, non hanno ancora capito che la coperta è troppo corta (o meglio, i politici lo sanno, ma non lo dicono). Tutto ciò che facciamo consuma energia e nella catena la CO2 che non produci a valle la devi produrre a monte!
L’unica soluzione, al momento, ė cambiare drasticamente stile di vita, giusto ma utopico.
Le cose che hanno bisogno di più energia, e quindi le più inquinati, sono:
1. Riscaldamento domestico e aria condizionata. Parliamone con gli americani, che negli edifici hanno 28 gradi in inverno e 18 in estate.
2. Industria pesante. Vogliamo alimentare l’industria pesante con le pale eoliche o con il fotovoltaico? Mi sto rotolando in terra dalle risate.
3. Trasporti su grandi distanze, dicasi navi e aerei. E vabbè, ce ne stiamo a casa, ma chi te la trasporta qui l’auto elettrica che ti hanno prodotto in USA o in Cina?
4. Allevamenti intensivi. Tutte le mucche inquinano più di tutte le auto in circolazione.
5. Automobili.
L’auto elettrica non produce CO2 perché è già stata prodotta all’origine per ricaricarla.
Si è solo spostato il problema, non risolto! “Sì, ma io per ricaricarla la attacco ai pannelli solari”, che notoriamente si sono auto prodotti con materie prime che si trovano al mercato ortofrutticolo e i cui componenti puoi smaltire tranquillamente nel bidone del verde. E se sei così “poveraccio” da non avere i pannelli fotovoltaici, è universalmente noto che l’energia elettrica che esce dalla presa della corrente è pulitissima e si è auto generata nell’etere per opera dello Spirito Santo. Amen.
Quei geni dei tedeschi, che hanno chiuso definitivamente il programma nucleare, sono tornati a bruciare carbone. Carbone, nel 2023! Mi dici cosa c’è di più fossile? Deutschland über alles! Bene, bravi, bis.
Per inciso, una centrale atomica non si dismette dall’oggi al domani perché il nocciolo rimane in funzione per anni. Viene staccata solo la linea. Roba da pazzi!
Una piccola percentuale della vostra bolletta della luce serve ancora a finanziare il mantenimento e lo smantellamento di Caorso (la sua chiusura una decisione sciagurata!). Il completo smantellamento credo sia previsto per il 2025. È stata chiusa nel 1990!
Non si tratta di essere pro o anti nucleare, se hai una centrale, usala perché ti costa molto più smantellare (ed ė più pericoloso) che produrre energia.
Perfetto Taschera quando scrive che l’auto elettrica ė una bufala.
In più per produrre un’auto di questo tipo si genera una quantità di CO2 pari, se non maggiore ad un’auto a combustione. Senza contare l’estrazione dei materiali che servono per all’assemblaggio delle batterie, e cioè litio, grafite, nickel, cobalto, manganese e le famose terre rare. Tutto lavoro minorile, eh? Massssì, a noi occidentali checcavolocenefrega.
Il tutto tenendo presente che le auto elettriche hanno prezzi folli, e questo è un altro bell’argomento sulla disuguaglianza sociale.
Esempio: qui in Svizzera il governo ha spinto negli ultimi anni tantissimo per l’acquisto di auto elettriche (ce ne sono moltissime in giro), ma ora sta facendo dietrofront, dicendo non solo che l’auto elettrica non è la soluzione, ma che non ce la facciamo a ricaricarle tutte!
Il problema, a mio parere, è uno solo: siamo in troppi sulla Terra.
Come sempre con esequie vivissime.
LikeLike