Nel bel mezzo della notte nera mi sono svegliato e piangevo. Allen vede i dettagli che non ci sono nell’insieme che non è quello che si vede, ma l’assenza; ogni film che sia tale, ogni opera compiuta di senso rappresenta un’assenza. Un sipario di persone sfuma alle spalle dei due principali personaggi, ritagliati e tagliati fuori dai loro due ultimi piani americani; guardano oltre lo schermo nel buio, come in Las Meninas di Velasquez, complessi e perplessi, dolenti. È il finale, e questo è Café Society nel mio modo di vedere, un’opera sul Tempo, che siamo tutti, tutti perduti e sperduti in ciò che resta, un film appunto, talvolta in technicolor, e su Necessità, ipotenusa tra il cateto base del vecchissimo e bellissimo Interiors, e il punto vertice di un a venire che con Café Society si annuncia, e che si presenterà in grazia del tempo e dell’arte che, quasi tutta, con l’esclusione dell’ouverture 1812 di Čiajkovskij e altre ben premiate moltitudini di pettorute sciocchezze, dovrebbe essere indicata ai minori di quarant’anni solo se accompagnati da un fortissimo senso della miseria; poi dopo i sessanta liberi finalmente di fare ciò che sappiamo si deve, dissiparci. Nel frattempo il tempo è anche l’istante della risata, che non è liberazione ma rivelazione, svelamento. Café Society sarebbe piaciuto a Shakespeare, La vita è una commedia scritta da un commediografo sadico*.
p.s. Mastro Allen non vivrà abbastanza o non sarà lucido ancora tanto da vedersi assegnare il Nobel.
però ogni tanto potresti, che di sicuro ti riesce benissimo, prendere un quadro importante (o anche importante solo per te) e scriver le tue parole sotto; lo so che a te non piace il didascalico, il riassunto per volenterosi da scuola serale, ma due paroline davanti ad un dipinto ti vengono di certo originali, tutte la leggere
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Bah sai Diego, mi sa che mi sopravvaluti. È vero che mio padre,fu un grande esperto di arte grafica, bravo e sfortunato disegnatore di interni( pensa che fece i primi negozi STANDA) prima che suo padre gran dissipatore e arredatore di vetrine lo e ci rovinasse (1960). È vero che sono nato in mezzo ai pitur, bravini anche, Vella, Robaudi, autore di acciughe in bronzo e materiali pesanti, depositate dappertuto, persino a Gerusalemme dove restaurò non so più che chiesa, lo Job Enrico che abitava en face à nous, in una casa popolare pittata di un rosso sangue esangue e che del nostro bilocale aveva affrescato di un bel cubismo il salotto e di una metafisica musicale la cucina dove io dormii fino agli otto anni, poi meritai il trasferimento in salotto. GLi affreschi, mia madre li coprì un bel giorno di un bel lilla ducotone uno e giallo l’altro. Job aveva tradito gli amici sposando la Wertmüller e sparendo nel bel mondo romano. Fine. E vero che qui a Lecco mi giovo dell’amicizia di ben due rinomati galleristi. Tutto vero ma da qui a scrivere sui quadri, che poi è proibito, almeno nei musei, ne corre. In ogni modo per farti contento ti mando due indovinelli per posta, non sono capace di inserirle qui nel commento, due immagini indovinello. Dell’unico Vella che ho e che mi piace un sacco la domanda è che cosa vedi. E dell’altro, del Corot indovina dov’è il personaggio principale. Un affettuoso saluto. P.
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nel corot, penso che il personaggio sia l’uomo, dato che se fosse la donna non ci sarebbe indovinello, magari è un autoristratto
il vella è molto piccolo il file, ma mi ricorda chiaramente certe cose del futurismo, mi ricorda giacomo balla ed anche dei bellissimi mosaici di fillia che stanno nel palazzo delle poste a spezia
però caro pasquale sarebbe bene mettessi le figure a vedere anche agli altri amici
penso basti metterle fra i media dell’account word press e poi mettere il link
ma l’ombra minacciosa riflessa dal vetro sei tu che fotografi?
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Diego, non mi fare imparare troppe cose di informatica che mi perdo.La mia età ha certi rigurgiti di ostinazione luddista. O mi spieghi con pazienza che cosa vuol dire
Il minaccioso sono io per forza. Ma io ti ho chiesto che cosa vedi non che cosa ti ricorda nell’ambito figurativo. Attenzione.
Nel Corot, secondo me, non ci sei.Insisti.
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non ti sopravvaluto
tu hai una famiglia artistica, mio padre era un banalissimo seppur onesto e preciso macchinista delle ferrovie, mio nonno un bersagliere che conquistò la libia, ma poi fu essenzialmente un bravissimo operaio meccanico, la mia signora, seppur di studi classici e filosofici, era un piccolo quadro di banca, quindi niente a che vedere con l’arte nella mia schiatta
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Non c’è niente di male. Elenco delle persone illustri in casa D’Ascola.
Toson Ermenegilda, madre, anarchica, origini contadine per parte di entrambi i genitori, Udine, Adriatisches Künstenland.
Sedmak Anna, nonna, famiglia di mercanti, KuK Triest.
D’Ascola Pasquale, nonno, misterioso personaggio autoqualificato barone.
Haslinger Luciano, cassiere Credito Italiano, ex fascista ed ex partigiano titino, padre violinista amico di infanzia di
D’Ascola D’Annunzio, figlio di Pasquale, inventore di sopravvivenze.ex-Gappista, Anarchico. Amico di infanzia di
Stradella Bruno, nullafacente di genio, padre macchinista regie ferrovie.
Stradella Nuccia, casalinga, moglie dello stesso. Genitori contadini
Sini Pietro, operaio stampista, anarchico educazionista. Ex combattente Guerra di Spagna.Suicida
Sini Odette, compagna di Pietro, première da Balmain, prima della guerra, poi casalinga.
Vella Attilio, pittore sfortunato
Vella Giovanna, compagna di Attilio, maestra elementare
Romeo, ladro, pittore, ex deportato in campo di lavoro, anarchico compagno di
Marchini Rosa, anarchica, impiegata Alfa Romeo
xxx. ricettatore, orologiaio, anarchico.
Sanò dr. Alberto, medico dermosifilopata e cocainomane, clinico, anarchico
Anna xxx compagna di Alberto, impiegata postale
Lax dr. Giuseppe, dirigente medico Inam, ex deportato a Ferramonti filosofo, pedagogo, anarchico
Rimoldi Mario, camionista, portinaio e giardiniere.
De Gaetano, padre e figlio, fabbri, resistenti, anarchici.
Vella Dante, orologiaio, fuoriuscito, anarchico, poi PCI.
Parma Giuseppe, anarchico, fabbro serraturiere, officine Parma, compagno di
Bracciforti contessa Bianca, anarchica.
Zanzi Renzo, operaio specializzato, poi capo reparto Lagomarsino marito di
Zanzi Mirella, ex contadina, casalinga.
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hai ragione scusa, ci vedo un cameriere con gli occhi sottili e i capelli neri che si sta chinando, come certe figure evocative sotto l’insegna dei negozi d’alimentari di lusso
per l’informatica, hai ragione anche lì, io un po’ la devo usare (male), ma sarebbe noiosissimo ripassare le funzioni di wordpress, che oltre a tutto a volte le capisco solo superficialmente, promesso non ne scrivo più
il quadro di corot, sono una zappa in queste cose, forse il bicchiere di cidro o qualcosa si simile
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Oh ecco, vedi insomma. Che cosa vedete, è una domanda standard ai miei allievi. Tu non lo sei, o saresti un po’ in là con il tempo, ma egualmente è importante stabilire che cosa uno vede, non che cosa c’è.
Quanto a Corot, che ne dici della signorina Bottiglia?
Abbracci
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Dissipatio e Tempo. Anche se i più recenti film di Allen mi sono parsi stanche ripetizioni, devo dunque vedere questo film. Grazie Pasquale.
p.s.
Non affliggerti per i Nobel. Quello ‘per la pace’ assegnato a Obama ha decretato, ce ne fosse stato bisogno, l’insipienza scandinava.
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Bè sai Alberto, a me è saltato all’occhio ‘stu fatto, ovvero quel che mi pare un fatto. In generale però sono dell’opinione che anche quando sbaglia, un grande sbaglia alla grande. Sono i piccoletti che fanno sempre le viste di essere a un altezza che non è loro e tutto ciò che cuociono è una marmellata di mille colori e nessun sapore. Non mi affliggo, credi, per il poco noble Nobel, mi immalinconisce osservare non tanto l’insipienza quanto l’aquiescenza cretina a una moda superata dai tempi e la testarda protervia da sassoni, deutsch und schwer, con cui si negano riconoscimenti a Roth, che ritengo un grande, e persino, ho già avuto occasione di dirlo, a Busi che di letteratura ne sa e lo ha dimostrato. Il discorso risulta noioso peraltro. Grazie Alberto. Abbracci. P.
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Ciao Pasquale e grazie delle riflessioni che offri. E’ bellissimo andare al cinema con te.
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Grazie a te, per il passaggio da queste parti e il commento. In generale credo che quel che si vede sia ciò che (si) nasconde. Poe, La lettera rubata . Un carissimo saluto P.
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Grazie della bella riflessione. Allen è un moralista luminoso, come Mamet lo è sul versante dell’ombra. La sua vena viene da lontano e scorre superbamente leggera. Trascina con sé il sorriso che, amaro al punto giusto e, del resto, pronto a essere addolcito secondo i gusti, è consolazione per tutte le temperie.
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You bet regarding Mamet. A quanto pare amiamo gli stessi stili di personalità, che è non piccola consolazione, a dispetto di De Chirico che asseriva di essere sempre stato sordo alle opinioni altrui.Grazie gentile sodale. Un caro saluto P.
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