Scrivere, e scriveremo?

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Quint Buchholz (1957) – Man, Reading (III),

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About dascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi della rivista Gli amanti dei libri, diretta da Barbara Bottazzi, sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito
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2 Responses to Scrivere, e scriveremo?

  1. Biuso's avatar Biuso says:

    Scrivere per dire a se stessi non sé ma il mondo. E allora la scrittura diventa semplicemente necessaria, come il respiro. È questo che in te vedo, Pasquale.

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    • dascola's avatar dascola says:

      Caro amico ti ringrazio e ti dico, mi viene in mente il nostro FN, quello che abbiamo immaginato a Sils, avventurarsi, lui sventurato, nell’intrico di passi e ripassi tra acque, laghi e sassi; dubito che avesse a disposizione Wanderkarten di un qualche istituto geografico; la possibile e forse unica guida erano per certo le indicazioni del pastore, anche inteso d’anime, del contadino, del maestro elementare o del medico condotto… links am Ecke gibt es eine Riesenstein Herr Doktor… e poi si sa, chiunque abbia scrutato i segni lasciati da generazioni di valligiani invece che i tracciati autostradali dei club alpini, conosce gli intrichi, le giravolte umane e caprine dei sentieri; spesso condurrebbero alla morte, a non fare attenzione, vanno interpretati e oggidì lasciati con prudenza in pace. Condannarsi alle indicazioni topografiche. Perchè ti ho risposto così non saprei dire… ma ho ritenuto indispensabile appunto lasciarti queste parole. A qualcuno apparterranno. Con indeterminabile gratitudine.

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