– Fra poco spunterà il sole – mormora indifferente. Guardo, lontano, questa indefinibile linea che si avvia a diventare fiamma. – Sì. Fra poco – . Ilìas Venezis, Il numero 31328-Edizioni Settecolori
P.E.G. D’Ascola ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: "Le rovine di Violetta", "Idillio d’amore tra pastori", riscrittura di "Beggar’s opera"di John Gay, "Auto sacramental" e "Il Circo delle fanciulle". Sue due raccolte di racconti, "Bambino Arturo e il suo vofabulario immaginario"" e "I 25 racconti della signorina Conti", i romanzi "Cecchelin e Cyrano" e "Assedio ed Esilio", tradotto questo anche in spagnolo da "Orizzonte atlantico". Nella rivista "Gli amanti dei libri" occupa da molti anni lo spazio quindicinale di racconti essenziali, "L’ElzeMìro".
Bah, ci vuole un potere inteso a farsi tale, per esempio una chiesa; ma quella ce già da 1900 e rotti anni. Quella sì è specialista in paura, l’unica sempre in voga, quella della morte. Le altre dittature hanno tutte toppato. Pare.
Scusa, ma senza scomodare la Chiesa, di poteri temporali intesi a farsi tali ce ne sono già abbastanza e mi sembra che siano proprio questi che, nel frangente attuale, stanno alimentando la paura della morte. Mi pare che ridurre agli arresti domiciliari un paese intero ( circa 63.000.000 di persone ) sia un inequivocabile modo per mantenerlo nella paura, non solo della morte, ma del proprio simile, delle relazioni umane, della vita degli affetti. “Il distanziamento sociale” calza a pennello con la distruzione, già ormai in corso grazie alle tecnologie della comunicazione virtuale, della coesione sociale e del suo valore. Benasayag, psicanalista argentino incarcerato e torturato sotto il regime dei colonnelli e la cui fidanzata è stata fatta “volare” da uno degli aerei dell’aeronautica militare, fa notare come una pandemia sia il sogno di qualsiasi tiranno che, grazie alla paura dei sui sottomessi, se ne fa “amare” per l’illusoria garanzia di protezione che promette di fornir loro a patto che gli ubbidiscano. Per tornare alla Chiesa, nel suo ambito è stato cantato “laudato si’, mi Signore, per nostra sora morte corporale”, che non mi sembra un verso a favore della sua paura…
Visione, utopia, ma per tendervi ci vuole coraggio, e quale antidoto migliore che affogarlo nella paura?
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Bah, ci vuole un potere inteso a farsi tale, per esempio una chiesa; ma quella ce già da 1900 e rotti anni. Quella sì è specialista in paura, l’unica sempre in voga, quella della morte. Le altre dittature hanno tutte toppato. Pare.
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Scusa, ma senza scomodare la Chiesa, di poteri temporali intesi a farsi tali ce ne sono già abbastanza e mi sembra che siano proprio questi che, nel frangente attuale, stanno alimentando la paura della morte. Mi pare che ridurre agli arresti domiciliari un paese intero ( circa 63.000.000 di persone ) sia un inequivocabile modo per mantenerlo nella paura, non solo della morte, ma del proprio simile, delle relazioni umane, della vita degli affetti. “Il distanziamento sociale” calza a pennello con la distruzione, già ormai in corso grazie alle tecnologie della comunicazione virtuale, della coesione sociale e del suo valore. Benasayag, psicanalista argentino incarcerato e torturato sotto il regime dei colonnelli e la cui fidanzata è stata fatta “volare” da uno degli aerei dell’aeronautica militare, fa notare come una pandemia sia il sogno di qualsiasi tiranno che, grazie alla paura dei sui sottomessi, se ne fa “amare” per l’illusoria garanzia di protezione che promette di fornir loro a patto che gli ubbidiscano. Per tornare alla Chiesa, nel suo ambito è stato cantato “laudato si’, mi Signore, per nostra sora morte corporale”, che non mi sembra un verso a favore della sua paura…
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Ehssì! L’artista deve da fa’ l’artista, sinnò che artista è?
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Guardi Il PCF, partito comunista fantasista o fantasioso è già fondato, ma resto l’unico socio ed è meglio. Pocodibuono.
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